Alma, basket e non solo «L’Unione ci interessa»

Il procuratore Gianluca Mauro si sbilancia: «Trieste luogo perfetto per creare un polo sportivo sul modello dei college americani. Ma la città deve partecipare»
Di Matteo Contessa

di Matteo Contessa

TRIESTE

Oggi c’è l’assemblea della Pallacanestro Trieste 2004 e Gianluca Mauro, procuratore sello sponsor Alma-Agenzia per le Società, è stato invitato a presenziare. È possibile che gli venga chiesto di entrare in società. Ma ieri mattina lo stesso Mauro ha incontrato Giuseppe Alessio Vernì, il curatore fallimentare dell’Unione Triestina 2012. E già lunedi sera, in una trasmissione televisiva, Vasco Vascotto aveva anticipato l’interesse della stessa Alma a rilevare la squadra di calcio. Quali sono le intenzioni della società di Codroipo? La cosa più ovvia è stato chiederlo allo stesso Gianluca Mauro.

Mauro, innanzitutto: Alma parteciperà all’aumento di capitale della Pallacanestro trieste 2004?

Ci potrebbe essere la possibilità che oggi qualcuno non sottoscriva l’aumento di capitale. Più volte ho dichiarato la nostra disponibilità a capire come stanno le cose, fermo restando che c’è il diritto di prelazione degli attuali soci e fermo restando che poi bisognerà vedere se tutti i soci sarebbero favorevoli ad un ingresso in società di quello che al momento è lo sponsor.

Ma Alma ha affrontato l’eventualità? E sarebbe pronta all’ingresso?

Diciamo che in Alma la situazione è abbastanza chiara sul fronte pallacanestro e ci siamo dati dei termini per vedere che sviluppi avranno i passaggi di oggi.

Ma se oggi qualcuno dall’assemblea vi chiedesse espressamente di entrare, avreste una risposta precisa da dare?

Abbiamo già un’idea, certo. E potrebbe essere che Alma accetti di entrare nel capitale sociale.

E dunque a quel punto anche il rinnovo della sponsorizzazione sarebbe in pratica automatica, vero?

Potrebbe essere... Di certo posso dire che siamo soddisfatti di ciò che a livello sportivo sta accadendo a Trieste in questo momento. E mi fermo qui.

Ieri mattina però lei è stato anche dal dottor Vernì. A fare cosa?

A cercare di capire qual’è la situazione della Triestina. Perchè, ribadisco ciò che ho già detto pubblicamente qualche tempo fa, Alma è disponibile a sedersi a un tavolo e ragionare anche per la squadra di calcio.

Sedersi a un tavolo con chi, scusi?

Con altri imprenditori e con chi ha manifestato il proprio interesse per la Triestina. Ovviamente non con Favarato o personaggi del genere...

Perchè siete andati da Vernì, in sostanza?

Perchè in genere voglio capire non per sentito dire, ma andando alla fonte diretta. In questo caso il dottor Vernì, appunto. Il curatore mi ha spiegato come stanno le cose, come intende procedere e adesso abbiamo tempo fino a domani per pensare cosa fare. Martedì sera ci siamo sentiti al telefono con Mauro Milanese e abbiamo deciso che prossimamente, per il bene del calcio triestino, una chiacchierata informale la faremo per vedere se ci sono punti di convergenza e se insieme possiamo trovare una strada maestra per tutti.

Alma però era stata contattata da Vasco Vascotto per partecipare al suo progetto. Perchè avete contattato invece Milanese? Vascotto lo lasciate fuori?

No, assolutamente, perchè penso che il suo progetto, riguardando tutto lo sport triestino, sia complementare a qualsiasi altro progetto specifico. Solo che l’idea di Vasco abbisognerà di tempo per la sua realizzazione, dovrà essere supportata. E noi non ci tireremo indietro, se andrà a buon fine.

Milanese, invece, pare abbia un progetto di più immediata esecuzione e siccome noi siamo disponibili a collaborare con tutti, vorremmo ascoltarlo dalla sua voce. Poi, se veramente ci sembrerà valido e se lui avrà bisogno di una mano, ci metteremo del nostro. Se poi ce la farà da solo, possiamo restare solo nel basket, nel quale stiamo molto bene peraltro. Ma voglio dire chiaro che non siamo antagonisti di nessuno.

E quindi?

Dico la sincera verità: a noi il progetto Triestina interessa, ma ci interessa soprattutto un progetto sport in generale a Trieste. Il gruppo Alma fattura 150 milioni di euro l’anno, per cui la possibilità di sostenere il calcio e anche il basket potrebbe esserci. La nostra idea è quella di creare un polo sportivo con il marchio Alma. Trieste potrebbe essere la nostra situazione ideale al riguardo, è complementare in tutti gli sport. Ha uno stadio bellissimo, un palasport bellissimo, squadre competitive in tante discipline e possibilità sfruttabili. Ha inoltre un’università di buonissimo livello, ha il Collegio del Mondo Unito. Insomma, ci sono tutte le condizioni per dare corpo, un passo alla volta, a questa nostra aspirazione. L’idea è quella di fare qualcosa di importante e Trieste ne ha tutte le caratteristiche. Ma perchè questa idea sia fattibile, devono esserci dentro imprenditori, istituzioni, ma soprattutto la gente di Trieste a volerlo.

Serve una “benedizione” popolare, insomma...

Noi non siamo qui per fare i colonizzatori. Siamo invece a disposizione della città. Il basket per Trieste è un bel vestito, molto elegante e fine, che fa piacere indossare. Se si può ampliare il guardaroba sportivo della città, siamo pronti a dare una mano.

Sport, Università, Collegio del Mondo Unito tutti insieme. C’è una sorta di sport academy, nei pensieri di Alma?

Il nostro modello di riferimento è un polo sportivo legato all’Università. Pochi dei giovani che praticano sport in squadre dilettantistiche o semi-professionistiche arrivano poi ai vertici e ai grandi ingaggi, la maggior parte dovrà inventarsi un futuro a fine attività agonistica. Quindi è bene affiancare allo sport lo studio, per dare agli atleti un avvenire e sbocchi professionali nel caso lo sport non riesca a offrirli. È il modello del college americano, è corretto ed è corretto che venga adottato anche da noi. Trieste può essere il luogo adatto per farlo.

Questo vuol dire anche una foresteria per dare accoglienza ai giovani atleti in arrivo da fuori?

Certamente. Questo è anzi un punto fondamentale in questo polo sportivo. Noi però, all’Alma, siamo abituati a ragionare così: si fa un progetto scritto, si prepara il relativo business plan, si verificano le necessità finanziarie per metterlo in piedi e si va avanti, da soli o in società, solo se è sostenibile. E i soldi vengono messi sul tavolo in anticipo.

Ne avete già iniziato a parlare con qualche interlocutore?

Non ancora, per adesso è una nostra idea. Ma è ovvio che debba essere ampiamente condivisa e soprattutto non deve trovare ostacoli in futuro.

@mcontessa

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