Altra musica se in campo va anche la tenacia

TRIESTE. Avete presente quando ci sono due ciclisti in fuga e uno dei due vuole assolutamente evitare la volata? Per scrollarsi di dosso l’avversario scatta, riscatta, ci riprova ancora finchè arriva il momento in cui il rivale, stremato, rimane lì e si stacca, inesorabilmente. Ecco, l’Alma ieri sera è stata come quel ciclista che non vuole giocarsi la vittoria allo sprint. Troppo fresco e bruciante il ricordo di Matera. La squadra di Dalmasson ha cercato in tutti i modi di evitare di arrivare a giocarsi gli ultimi cento secondi punto a punto. E il copione dell’incontro è stato quasi monotono, con l’Alma costantemente proiettata a costruirsi un margine di ua certa tranquillità e Proger pronta a rientrare. La prima replica da parte degli abruzzesi ha provocato brutte sensazioni: il un +8 biancorosso mortificato dal successivo break di 16-4 di Chieti con in campo due panchinari non è stato un bel vedere.
Spiegazioni? Una, quasi lapalissiana. Trieste ha allungato quando ha giocato di squadra, si è fatta riagguantare quando ha cominciato a cercare un gioco involuto, soluzioni personali, buttando palloni e concedendosi amnesie difensive. Alla distanza ha prevalso la capacità - e la volontà feroce - di affermare la propria personalità dei match casalinghi: un gruppo compatto nel quale ciascuno, per quanto può, si spende per la causa. Ecco allora i 16 punti di Parks ma anche il gioco da tre punti di un Pipitone che, sia pure con i suoi ritmi, sta sicuramente crescendo. Gli 11 punti di Sunshine Pecile che, a dispetto dei 36 anni e del presunto prevedibile calo di ossigeno alla distanza in gare ravvicinate, alla fine è stato invece il più lucido di tutti, leggendo e punendo gli eventuali errori degli avversari. I 12 punti di Stefano Bossi, apparso sensibilmente rinfrancato rispetto alle ultime uscite. Ma una molle gestione del pallone in un finale di tempo era almeno da cartellino giallo...
Capitolo Nelson. Meglio rispetto a Matera e, obiettivamente, non è che ci volesse un gran sforzo. Più intraprendente in attacco rispetto alle prime partite quando preferiva dedicarsi agli assist non sentendosi ancora sufficientemente sicuro per avventure individuali. Un paio di triple in avvio lo hanno rinfrancato, qualche pisolo in difesa se l’è concesso comunque, non sempre è stato lucido ma un passo avanti l’ha fatto. Insomma, quanto a protagonisti, ieri tutti e nessuno in particolare.
Nel finale passerella per i più giovani, che tanto la vittoria era al sicuro e la possibilità di rovesciare il -21 dell’andata inesistente. In un turno infrasettimanale di campionato diviso in due giornate bisognerà attendere stasera per vedere il volto definitivo della classifica. Di sicuro il sogno di poter arrivare tra le prime otto e andare ai play-off rimane possibile. Il + 4 nei confronti di Chieti significa che gli abruzzesi sono pressochè tagliati fuori dai giochi. Ieri sera è stata agguantata Treviglio, alla quale però bisognerà rendere visita.
L’importante era comunque non sprecare la chance interna ritrovando il “fortino” PalaRubini. La speranza di andare a giocarsi la postseason non può prescindere da una serie vincente in casa. E, visto che non sarà sempre di mercoledì, si potrà tornare allegramente sopra quota tremila.
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