Assocalciatori presenta un dossier contro la violenza

ROMA. Dagli striscioni offensivi rivolti ad Osvaldo dai tifosi della Roma nel ritiro di Riscone di Brunico alla dura contestazione riservata alla squadra del Bologna per la retrocessione in Serie B,...

ROMA. Dagli striscioni offensivi rivolti ad Osvaldo dai tifosi della Roma nel ritiro di Riscone di Brunico alla dura contestazione riservata alla squadra del Bologna per la retrocessione in Serie B, passando per i gravi fatti nel derby di Lega Pro Salernitana-Nocerina e la trattativa dello stadio Olimpico in finale di Coppa Italia.

In Italia, i giocatori ne hanno viste di tutti i colori nell'ultima stagione. E hanno deciso di dire basta. L'Assocalciatori ha infatti presentato in Federcalcio il primo rapporto Calciatori sotto tiro, a cura dell'Osservatorio dell'Aic.

Il report include i principali casi di intimidazione e violenza nei confronti di professionisti e dilettanti nel corso della stagione sportiva 2013/14. Quasi 50 pagine ricche di foto e dati statistici «per denunciare un problema talmente diffuso da essere ormai generalmente tollerato» e «per esortare a costruire percorsi di collaborazione tra calciatori, società, media a tifosi per dare al calcio italiano una dimensione più 'umanà».

«Non si tratta di un'esaltazione della parte negativa del nostro ambiente. Per noi vuole essere un faro acceso su fatti che purtroppo in Italia si è abituati a considerare normali - spiega il presidente dell'Aic, Damiano Tommasi - Il rapporto deve essere un punto di partenza per un cambio di coscienza e mentalità tra i giocatori, in cui c'è difficoltà ad esporsi e denunciare questi fatti, e per dare visibilità a situazioni che non riguardano solo l'ordine pubblico, ma anche un problema culturale del Paese».

Argomenti che però nell'ultima stagione sono stati tanti. Il dato più eclatante arriva dalle tipologie degli atti emerse dei casi presi in esame, una cinquantina: il 35% riguarda violenza fisica, seguita da insulti e minacce (28%), e da striscioni (19%) offensivi o intimidatori. Inoltre, è da rilevare come siano soprattutto i sostenitori delle singole squadre, piuttosto che i tifosi avversari, il principale pericolo. Il 47% delle minacce arriva infatti dai propri supporter, mentre i luoghi dove si concretizzano più episodi violenti sono ovviamente gli stadi (57%), anche a causa della loro scarsa sicurezza.

«Si tratta di una problematica di civiltà e di rispetto delle regole - ammette il presidente della Figc, Giancarlo Abete - Questa iniziativa fornisce un'analisi dei fatti per cercare di intervenire in termini correttivi, e al contempo stimola una forte riflessione sulla qualità della formazione e dell'educazion».

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