Attenzione al Cile “argentino”
Il Cile si aggrappa a un argentino. Per passare il turno. Per riportare il paese circondato dai mari di un mondo ai confini del mondo alla ribalta del calcio che conta. La Roja – così viene chiamata la nazionale del Cile – dopo aver conosciuto l’onta dell’esclusione forzata dai ;ondiali del 1990 e del 1994 (nel 1989 durante una gara di qualificazione a Italia ’90, il portiere, che ironia della sorte si chiamava Rojas, finse di rimanere svenuto a causa di un bengala ma venne sbugiardato dalla prova tv e fu squalificato a vita, mentre al Cile fu eliminato a tavolino) ha trovato in Jorge Luis Sampaoli, sconosciuto giocatore argentino che interruppe la carriera a causa di un infortunio a una gamba e cominciò ad allenare, il suo faro.
Sampaoli ha costruito la Roja attorno ad alcuni punti fermi, rendendola solida. Affidando le chiavi ai suoi fuoriclasse. Due su tutti: lo juventino Arturo Vidal (che un mese fa è stato operato a un menisco) e il blaugrana ed ex Udinese Alexi Sanchez. Fuori i viola Pizarro (per scelta) e Mati Fernandez (infortunio), il Cile fa della velocità e della solidità difensiva due cardini imprescindibili. In Sudafrica, nel 2010, il Cile fu eliminato ai quarti dal Brasile (3-0). E da qui Sampaoli vuole ripartire. Poco male. I cileni per natura sono abituati a ripartire da zero. Non temendo la fatica, temprati dai venti gelidi delle Ande. Come nel 1962, quando orgogliosamente organizzarono il Mondiale in casa propria nonostante il terremoto che aveva devastato il Paese (competizione vinta dal Brasile). Come nel 1990 quando si liberarono della dittatura sanguinaria di Augusto Pinochet che aveva soggiogato il Paese per quasi vent’anni.
Non sarà facile ripetere il risultato del 2010. Il Cile tra qualche giorno dovrà vedersela con Spagna, Olanda e Australia. Un girone tutt’altro che facile. E se la nazionale dei Canguri non dovrebbe rappresentare un problema, Furie Rosse e Orange sono ossi duri. Se non altro perché sulla carta sono i campioni del mondo (la Spagna) e i vice campioni del mondo (l’Olanda) in carica. Passare il turno sarà già un successo. Sognar, però, non costa nulla. Sampaoli lo sa. E ci crede.
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