Azzurri, quanti acciacchi

INVIATO A MANGARATIBA. «Piedi per terra». Mattia De Sciglio ha preso alla lettera il consiglio del presidente federale, Giancarlo Abete, ribadito in Italia dal numero uno del Coni, Giovanni Malagò: «Sono sempre stato fiducioso, ma ora serve umiltà». E cautela. L’esterno del Milan, reduce da un guaio muscolare che gli aveva impedito di essere a disposizione per la gara d’esordio, ieri ha appoggiato di nuovo i piedi sull’erba del campo del Portobello Resort&Safari, il quartier generale azzurro in terra brasiliana. Un segnale decisamente positivo che mette in secondo piano i forfait stop di Barzagli e De Rossi, bloccati da acciacchi superabili in vista della sfida con il Costa Rica, mentre Gigi Buffon prosegue le terapie per recuperare dalla distorsione alla caviglia sinistra riportata a Manaus, a poche ore dall’Inghilterra.
Al lavoro. Il ct Cesare Prandelli non ha pigiato sull’acceleratore della fuoriserie azzurra ieri mattina. Per questo De Sciglio ha potuto tranquillamente partecipare alla seduta, seppure soltanto alla parte atletica, svolta ai bordi del campo. D’altra parte il primo allenamento della giornata, quello svolto (per un’ora) sotto gli occhi di stampa e tv, ha visto la Nazionale lavorare a gruppi. Solo una corsetta per Darmian, Paletta, Chiellini, Pirlo, Marchisio, Candreva e Balotelli, tutti nell’undici titolare di Manaus; gli altri a parte per dedicarsi alla preparazione atletica e poi proseguire con un po’ di tattica e una partitella, alla quale, naturalmente, De Sciglio non ha partecipato. Sei contro sei con Perin, Bonucci, Parolo, Aquilani, Insigne e Cassano da una parte e contro Sirigu, Abate, Verratti, Thiago Motta, Cerci e Immobile.
Stop. Non si sono visti al lavoro altri due titolari anti-Inghilterra, Barzagli e De Rossi. Ma – al di là del superlavoro per il medico azzurro, il professor Enrico Castellacci – non è neppure il caso di far suonare un campanello d’allarme: il difensore si è sottoposto svolto alla solita terapia conservativa rivolta al problema ai tendini della gamba sinistra, mentre il mediano sta facendo i conti con una fastidiosa cervicale che tuttavia dovrebbe risolversi nel giro di qualche giorno.
Parole dall’alto. Al Portobello a osservare gli azzurri c’era ieri anche il numero uno della Figc, Giancarlo Abete. «La strada è ancora lunga dobbiamo tenere i piedi ben saldi a terra, perché siamo ancora nella prima fase del torneo e perché il Mondiale è sempre affascinante per le sorprese che riserva: chi lo avrebbe detto che il Costa Rica batteva l’Uruguay?», chiede Abete per puntellare il discorso con la prudenza, prima di raccontare che lui Prandelli l’ha «soltanto abbracciato» dopo la vittoria con gli inglesi «perché era una partita troppo importante». Poi, a parole, una sorta di prestazione a tutto campo, come quella dell’emergente Darmian. «È un ottimo giocatore: possiede la grinta, la maturità e la serenità giuste. Nella nostra squadra abbiamo grandi professionalità e non mi riferisco solo a chi va in campo», ha sottolineato prima di coccolare Balotelli: «Non mi ha sorpreso perché con noi ha sempre fatto bene. Già aveva offerto grandi prestazioni all’Europeo di due anni fa: siamo convinti che possieda potenzialità ancora inespresse».
Ipotesi. Nel pomeriggio brasiliano, quando in Italia era già notte, Prandelli ha cominciato a lavorare in modo più concreto sull’assetto azzurro in vista della prossima partita. L’impressione è che né De Sciglio, né tantomeno Buffon saranno rischiati, mentre dovrà essere risolto il “problema Paletta”, l’unico che ha davvero deluso a Manaus. Due i piani studiati per ovviare anche alla possibile assenza di De Sciglio. Il primo prevede lo spostamento di Damian a sinistra e l’inserimento di Abate a destra, con Chiellini al centro in coppia con Barzagli. Il secondo viaggia sull’ipotesi di una conferma di Chiellini a sinistra e un semplice cambio Paletta-Bonucci per completare l’assetto difensivo.
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