Baldasso al bivio: è il momento decisivo

“Lollo” si sta confrontando con il cambio di prospettive dell’Alma e con la necessità di fare il salto di qualità definitivo
Di Matteo Contessa e Lorenzo Gatto

TRIESTE. Dal rinnovo del contratto, firmato all'inizio dello scorso novembre, un intero girone è passato. Si era alla vigilia della sfida casalinga contro Forlì, domenica prossima l'Alma sarà impegnata proprio in terra romagnola contro quegli stessi avversari. Lui è Lorenzo Baldasso, la guardia torinese che sta vivendo il momento più difficile da quando è a Trieste. Sabato scorso, forse, la prestazione peggiore da quando indossa la canotta biancorossa: 17 minuti nei quali non è riuscito a incidere con uno 0/4 da tre punti che grida vendetta. Per uno specialista come lui, che in allenamento certi tiri li mette a occhi chiusi e che durante la settimana riesce a segnare con invidiabile continuità, prestazioni balistiche come quelle di Ravenna non sono la normalità.

Cosa gli sta succedendo? Perchè quest’anno è l’ombra del giocatore della scorsa stagione? È vero, ha avuto un pre-stagione travagliato, con il recupero dall’intervento al ginocchio dell’estate scorsa e l’infortunio alla spalla poi. Ci poteva stare un periodo non brillante, perchè doveva di fatto rifare la preparazione. Però dal suo rientro in campo a Roseto (con 4 bombe segnate, peraltro) sono passati 4 mesi e il recupero fisico-atletico ormai dovrebbe essere ultimato. «Non sto giocando bene - conferma il giocatore - di questo sono consapevole. Mi chiedo anche io perchè e non riesco a trovare una risposta. Mi alleno con continuità e nel corso degli allenamenti le cose mi riescono. In partita è certamente diverso e questo mi fa arrabbiare». Parole, queste ultime, che danno sostanza al sospetto che la causa non sia nelle gambe o nelle mani, ma nella testa del giocatore. E le affermazioni del tecnico Eugenio Dalmasson forniscono una realistica chiave di lettura: «Un conto è fare lo specialista in squadra che deve salvarsi, altro giocare in una squadra di vertice. Le aspettative sono aumentate e lui, come altri, forse non è ancora pronto dal punto di vista mentale a fare il salto di qualità importante. Giocare per vincere o per essere protagonisti è una cosa molto impegnativa, e richide una preparazione caratteriale, oltre che fisica e tattica. Non è un discorso che riguarda soltanto Lollo - precisa il coach - ma un po’ tutta la squadra. Abbiamo diversi giocatori che sono nel momento fondamentale della loro carriera, adesso devono dimostrare quanto valgono e dove possono arrivare». Ma Baldasso potrebbe aver già raggiunto il suo limite naturale? «Secondo me il suo limite non lo conosce ancora neanche lui e non lo conosce nessuno. Lollo deve imparare a giocarci sempre, a quel limite, ma non conoscendolo ancora non riesce a farlo».

Dunque una crisi di crescita, quella delicata fase nella quale un giovane di talento o diventa un giocatore vero o resta definitivamente nel limbo. «Io posso solo continuare a lavorare come sto facendo - sostiene Baldasso - consapevole del fatto che è l'unica strada per uscirne. Di certo in questo momento mi manca un po’ di fiducia. Mi serve una buona prestazione per svoltare e ritrovare il feeling giusto con la partita».

Dalmasson di certo non gli sbarrerà la strada. «L’unica possibilità che abbiamo per aiutarlo è dargli delle possibilità, come stiamo facendo. Poi però starà a lui ripagare questa fiducia e dare segnali positivi ai compagni. Lorenzo ha vent’anni e un mondo cestistico da esplorare e scoprire, non può limitarsi a un semplice futuro da specialista. Deve misurarsi con altre situazioni di gioco, può avere anche altri percorsi tecnici ed essere utile in diverse situazioni e non solo da tiratore. Altrimenti resta solo uno specialista e si preclude molte strade da solo».

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