Ecco il campionato, Pallacanestro Trieste sogna!
Il romanzo dello scudetto inizia questa sera (ore 20) contro una fortissima Trapani. Al via 16 squadre, Milano e Bologna favorite, i biancorossi tra le prime alternative

Ci sono tre astronavi aliene che sono atterrate in estate nel basket italiano, tre superstar che si aggiungono a diverse altre e che accendono la miccia della stagione che sta per iniziare.
Dal Bayern è arrivato a Bologna un cannoniere: Carsen Edwards. Centottanta centimetri di istinto feroce e di estro ispirazionale. Ha raggio di tiro illimitato e zero paura: mago dei pick&roll, se trova ritmo diventa un enigma irrisolvibile, come il Maccabi ha sperimentato sulla propria pelle in Eurolega. È piccolo ma arriva al ferro con continuità: un tiro su tre lo prende vicino al tabellone.
Adama Sanogo, ex Chicago, maliano come il pari ruolo neo triestino Sissoko, è il nuovo totem di Trapani. Un lungo potente e creativo: mani istruite, fisico da statua, repertorio vasto. Sa giocare spalle a canestro (letale il giro in palleggio) e in campo aperto svolazza che è un piacere.
E poi c’è Juan Toscano-Anderson, che gioca per Trieste. Ala eclettica, grande apertura alare, in Europa può sovrastare i pari ruolo. Campione Nba 2022 con Golden State (e seriamente nelle rotazioni, mai nei sedili più remoti della panchina), ha girato anche Lakers, Utah, Kings, Messico, G-League. È una scheggia quando le marcature non sono ancora impostate. Ma la punta più acuminata della sua faretra è l’abilità nel produrre punti in situazioni di taglio: danza tra i difensori come una lama nell’ombra.
Due di questi fuoriclasse (Sanogo e Toscano-Anderson) sono al Palatrieste stasera, con tanti altri assi, per la sfida con gli Sharks. La serie A quest’anno sarà un campionato elettrizzante e a Trieste c’è una città pronta a prendere la scossa.
Matiasic, il presidente dei sogni
«L’obiettivo è vincere e abbiamo lavorato per dare continuità. Il nostro progetto mette sempre al centro le persone»

Sereno, rilassato, a suo agio in una vigilia di campionato nella quale l’obiettivo sarà rincorrere obiettivi e sogni. Con la semplicità di un personaggio che ha saputo calarsi in una realtà che, giorno dopo giorno, sta imparando a fare sua.
La presidenza a Trieste di Paul Matiasic non è semplicemente una questione di bilanci, vittorie e tabellini, è prima di tutto una storia di legame umano e familiare. Il suo approccio al club è profondamente radicato nel coinvolgimento dei suoi affetti, rendendo la società una estensione della sua casa e della sua comunità. L’aspetto più toccante della sua leadership emerge proprio dai dettagli personali.
Ore 10,30, suona il campanello della redazione del Piccolo ed ecco entrare il numero 1 dei nostri canestri. Il giornale lo accoglie. Nella stanza giornalisti, fotografi e staff della comunicazione biancorossa, per un’ora e mezzo di concetti sinceri e di rivelazioni personali. Nella chiacchierata che abbiamo avuto il privilegio di fare, il simbolo più emozionante è legato alle connessioni emotive, alle storie di famiglia. La nonna centenaria che segue la squadra con la sciarpa biancorossa al collo, per esempio. Un’immagine che racchiude l’idea di una passione che travalica le generazioni e le distanze e rappresenta una sorta di talismano. Una presenza, quindi, che sottolinea come la sua presidenza non sia fredda e distaccata ma, al contrario, appassionata.
Matiasic vive le gioie e le delusioni della sua squadra non solo come un dirigente ma come un tifoso con radici profonde e un forte senso di responsabilità verso la sua famiglia e, di conseguenza, verso la famiglia allargata della Pallacanestro Trieste. «Le partite, per noi, rappresentano una sorta di rito familiare – conferma il presidente. Ho un figlio di dodici anni che comincia già a darmi consigli sulla gestione e una figlia di dieci anni - la mia principessa - che segue tutto e che guida il nostro tifo in casa».
La nuova stagione
«Come mi approccio a questo nuovo campionato? Consapevole che quando cominci una nuova avventura sognare non è sbagliato. Abbiamo lavorato per dare continuità e valore a quanto è stato fatto durante lo scorso anno, cercando poi di migliorare la rosa con profili in cui l’uomo contava tanto quanto il giocatore. L’esempio più eclatante è senza dubbio Toscano-Anderson, un ragazzo che nonostante abbia vinto un titolo nella Nba con i Golden State Warriors ha saputo calarsi nella realtà triestina con grande umiltà e senso di responsabilità».
Lo aveva visto giocare spesso dal vivo, dalla sua poltroncina del Chase Center a San Francisco. Lo aveva conosciuto, anche per i suoi valori. «Accendevo la tv e spuntava lui. Ho pensato: è un segno». Un arrivo che eleva le quotazioni di una Trieste inquadrata dagli addetti ai lavori come una delle possibili sorprese della stagione. «Per buona parte è dovuto alla bontà della nostra organizzazione, quando sembrava che Juan non fosse disposto a venire in Europa. Abbiamo saputo toccare le corde giuste e questo, ancora una volta, è motivo di grande soddisfazione. Ma tutta la squadra sta dimostrando il suo valore. A Trieste abbiamo un giocatore come Markel Brown che, per certi versi, mi ricorda Chris Mullin, il mio idoli di quando ero bambino e ragazzo (ho iniziato a giocare a sei anni). Non nel modo di giocare, ma nel carisma, nella capacità di fare sempre la cosa giusta con e per la squadra».
Gli obiettivi Biancorossi
«Vincere assieme, nella consapevolezza che se lavoriamo con costrutto tutto è possibile, è il messaggio che come capo di questa organizzazione devo riuscire a trasmettere. L’abilità di dare l’esempio e di insegnare ai miei uomini a sognare non è un optional ma un vero valore aggiunto nella stagione. Dobbiamo sognare. Una filosofia che va oltre il semplice team building e si radica nella convinzione che una cultura aziendale, orientata all’emulazione positiva, sia il motore per superare gli ostacoli e raggiungere i traguardi». Dare l’esempio, per Matiasic, significa tradurre i principi in azioni quotidiane concrete. «Con il mio staff, con Mike Arcieri, con il coach e con tutti i giocatori parlo moltissimo – racconta il presidente –. La domanda è sempre la stessa: ci sono tutti i presupposti per fare bene? Al giocatore chiedo: sei felice, ti stiamo mettendo in condizione di aiutare il club? Se la risposta è no, ci rimettiamo al lavoro. Voglio che i nostri ragazzi possano pensare solo al lavoro in palestra».
Il sostegno dei tifosi
«Sono il nostro grande segreto, essere riusciti a battere il record di abbonamenti di tutti i tempi è qualcosa che mi rende assolutamente orgoglioso. La loro energia e il loro entusiasmo ci spingono ad andare ancora oltre, come club ci sfidiamo costantemente per raggiungere nuove vette. È magnifico vedere che i nostri tifosi hanno accettato la sfida di battere il record di tutti i tempi, negli abbonamenti».
Il futuro del club
«Ora siamo pronti a cominciare questo cammino che ci vedrà impegnati sia in campionato che nella Basketball Champions. Direi che le premesse per il cinquantesimo anno della società sono decisamente positive. Parallelamente al lavoro sul campo, l’obiettivo adesso è riuscire a crescere anche dal punto di vista societario, riuscendo a trovare gli sponsor che possono aiutarci in questo percorso».
Sponsor locali o nazionali? La risposta, con un gesto teatrale: «Chiunque abbia la possibilità di entrare e darci una mano è certamente bene accetto». L’appello è rivolto principalmente a sponsor e partner economici e, in senso lato, a un maggiore coinvolgimento della realtà triestina che la squadra di pallacanestro rappresenta, oggi come nell’ultimo mezzo secolo di vita della società biancorossa. Al compimento del cinquantesimo anno di storia, l’obiettivo è trovare un sostegno congiunto, non sproporzionato sulle spalle della sola proprietà. Per costruire una realtà sempre più solida e più competitiva. Per sognare, appunto.
Subito show con la sfida a Trapani
Arrivano gli squali (Palatrieste, ore 20) Gonzalez: «Ci serve tempo»

PalaRubini palcoscenico di un’inaugurazione di campionato ricca di fascino e adrenalina.
Questa sera alle 20, arbitri i signori Grigioni, Gonella e Noce, la Pallacanestro Trieste ospita Trapani Shark per l’anticipo della prima giornata della Serie A. Non è solo la prima palla a due della stagione, ma un incrocio tra squadre attese al vertice, che promette scintille fin dalla palla a due iniziale. Moltissimi i motivi di interesse, a cominciare dal confronto diretto tra i due pivot maliani, Sissoko contro Sanogo.
La formazione di Israel Gonzalez arriva a questo appuntamento con grande entusiasmo. forte del fattore campo e di un pubblico che ha appena conquistato il record tutti i tempi.
«Presentiamo un roster che è il frutto di un lavoro globale che ha coinvolto tutti – le parole del general manager Michael Arcieri –. È un anno speciale per noi, aver portato atleti come Ramsey che abbiamo seguito negli ultimi 18 mesi, Sissoko su cui ci siamo soffermati negli ultimi sei mesi, una combo-guard di valore assoluto come Moretti, un giovane come Iannuzzi fresco di titolo europeo U20 con la Nazionale e un Toscano-Anderson che è giocatore che tutti conoscevamo e che era in cima alla nostra lista dà il significato di quando alto sia il livello di talento del nostro team. Un ringraziamento va ai nostri tifosi, per la risposta incredibile che hanno saputo dare nella campagna abbonamenti».
«Il mio obiettivo è migliorare i giocatori e portare a fine stagione la squadra a giocare meglio di come abbiamo iniziato» l’analisi della vigilia di coach Israel Gonzalez. «Abbiamo bisogno di tempo per collegare tutto, la predisposizione di questi atleti a imparare alla svelta ci sarà di grande aiuto. Arriviamo alla partita contro Trapani al completo, abbiamo fatto un buon lavoro e siamo pronti a una prima partita dell’anno che sarà difficile, contro un team molto fisico. E dovremo guardare proprio alla fisicità per giocare contro di loro, sapendo che combattendo tutti assieme possiamo vincere contro chiunque. Le sette partite da disputare a ottobre tra serie A e BCL? Non abbiamo bisogno di crescere in fretta perché abbiamo una base di partenza forte, con giocatori di qualità come i nostri dovremo essere bravi a mascherare qualche mancanza che paleseremo in questo inizio di stagione. Siamo comunque tutti emozionati di iniziare, anche semplicemente passeggiando per strada sento un calore particolare da parte della gente che si ferma a chiacchierare con me».
I Trapani Shark, pur arrivando da un periodo in cui la squadra ha dovuto gestire qualche incertezza e nervosismo cerca di mantenersi ottimista. La chiave per Trapani sarà imporre il proprio gioco veloce e ad alto ritmo, sfruttando i suoi tiratori e la capacità di capitalizzare le palle perse avversarie. Abbiamo cambiato parecchio la squadra – sottolinea coach Repesa – ci sono giocatori nuovi che dovrebbero essere giocatori importanti e ci vuole un po’tempo per conoscerci meglio e creare un sistema di gioco adeguato, dove ognuno può rendere di più. Purtroppo abbiamo avuto dal primo giorno tanti giocatori impegnati con le nazionali e all’inizio non siamo mai stati in grado di poter allenare il 5 contro 5. Per fortuna abbiamo avuto tante partite amichevoli dove l’avversario ci ha permesso di giocare tre quarti perché non potevamo giocare tutta la partita in sette, massimo in otto. Dal punto di vista dell’approccio, della voglia di fare bene e della disponibilità, la squadra è stata veramente straordinaria e ha voglia come minimo di ripetere il risultato dell’anno scorso».
I cinque nuovi: «Pronti e carichi per cominciare la doppia avventura»

Vigilia di campionato con vetrina sui nuovi arrivati, presentati venerdì a poche ore dall’esordio della Pallacanestro Trieste contro Trapani. Toscano–Anderson, Ramsey e Sissoko, assieme a Moretti e Iannuzzi, hanno espresso le loro sensazioni a poche ore dall’inizio del campionato.
Grande curiosità attorno alla presenza di Toscano-Anderson, indiscutibilmente il giocatore più atteso della nuova squadra che Mike Arcieri ha messo a disposizione del tecnico Israel Gonzalez. «Sono molto curioso di cominciare la mia prima esperienza in Europa – racconta l’ala messicana –, sono grato al presidente Matiasic, ad Arcieri e al coach che mi hanno voluto qui. Quando la società mi ha contattato ho cercato di capire cosa fosse in grado di offrirmi il campionato italiano e la città di Trieste. Ho chiesto informazioni, raccogliendo solo indicazioni positive. Ogni volta che entro in campo gioco per vincere – e sempre stato il filo conduttore della mia carriera e sarà così anche nei prossimi mesi».
Da un veterano a un rookie: Madi Sissoko affronta il debutto lontano dagli Stati Uniti con la voglia di mettersi in mostra. «Credo che Trieste fosse un’opportunità – sottolinea– arrivo in una squadra composta da giocatori di grande esperienza e questo può aiutarmi a crescere».
Grande curiosità anche attorno al nome di Jahmi’us Ramsey, talento che ha giocato con la nazionale statunitense fino alla fine di agosto ed è arrivato in città con qualche settimana di ritardo. «Sono pronto a continuare l’esperienza del college in una società che mi è stata descritta come molto simile a quella che ho appena lasciato. Grande possibilità di lavorare e migliorare, giorno dopo giorno in palestra, la cosa più bella è poterlo fare in un clima rilassato e divertente. Mi hanno parlato molto del clima che, in campionato, si respira all’interno del palazzo; non vedo l’ora di viverlo dal vivo».
C’è grande voglia di riscatto per Davide Moretti e di affermazione per Pietro Iannuzzi, arrivati nel corso dell’estate dalla Reyer Venezia con la voglia di ritagliarsi un ruolo importante in questo gruppo. «Siamo pronti – sottolinea Moretti – quest’anno il doppio impegno campionato– coppa ci metterà di fronte a un tour de force ma sono convinto che abbiamo tutto per fare bene. Tante partite ma una rosa lunga e di livello».
Anche Iannuzzi, reduce dalla splendida esperienza vissuta assieme a Francesco Nanni con la nazionale under 20 che ha guadagnato la medaglia d’oro, è carico. «Un’esperienza bellissima che ora ho chiuso in un cassetto– conclude Iannuzzi– è tempo di pensare a Trieste e l’obiettivo è imparare presto e il più possibile». —
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