Belgio avanti in extremis atroce beffa per Capello
La Russia di Fabio Capello fa la partita; il Belgio non crea nulla, a parte il gol in zona Cesarini che vale la vittoria. Uno sbarbato di 19 anni, Divock Origi, confeziona la beffa più atroce per il vecchio volpone del calcio europeo e manda il suo Paese agli ottavi di finale. La squadra dei giovani talenti delude ancora, a livello di gioco, ma alla fine ciò che conta è il risultato e il primo ad ammetterlo è lo stesso Capello. «Abbiamo giocato meglio, abbiamo avuto due occasioni per segnare, ma questo è il calcio», ha detto il ct italiano della Russia a fine gara.
Tanti gli spunti interessanti di questa sfida del girone H. Da una parte i belgi di Marc Wilmots, che dopo il successo tutt’altro che esaltante della sfida d’esordio con l’Algeria avevano necessità di trovare la qualificazione anticipata, possibilimente attraverso un successo convincente. Dall’altra parte della barricata, la Russia di Capello non poteva permettersi passi falsi per non rischiare l’eliminazione. Il ct conferma la fiducia al portiere Akinfeev, protagonista negativo contro la Corea del Sud con una papera imperdonabile. Nel Belgio Vermaelen viene preferito a Lukaku, e anche Fellaini e Mertens guadagano i gradi di titolari. È proprio quest’ultimo il grande protagonista del match: l’avvio di gara è tutto dei Diavoli rossi, che controllano il gioco e sfruttano soprattutto la fascia destra, dove Mertens affonda come una lama nel burro ma non trova quasi mai compagni pronti a sfruttare i suoi break. La Russia impiega una ventina di minuti per prendere confidenze e uscire dal letargo. Fayzulin ci prova dal limite dell’area e scalda le mani a Courtois, poi poco prima della mezz’ora la squadra di Capello reclama per un atterramento in area ai danni di Kanunnikov da parte di Alderweireld: il rigore sembra esserci ma per l’arbitro Brych è tutto regolare.
Nel Belgio si vede il solo Mertens, mentre Vermaelen è costretto a uscire per problemi fisici. La Russia chiude in crescendo il primo tempo e quasi allo scadere Kokorin si divora un gol fatto, spedendo a lato un colpo di testa dal limite dell’area piccola su perfetto cross dalla sinistra.
Nella ripresa il tema tattico non muta di molto: la Russia fa la partita, senza perarltro lasciare spazi alle ripartenze del Belgio. Samedov e Glushakov si fanno vedere in maniera minacciosa dalle parti di Courtois e pur senza creare occasioni clamorose danno a lungo l’impressione di essere padroni del campo. Kozlov si fa male e allora Fabio Capello inserisce Yeschenko. Kokorin e Ignaschevich ci provano di testa a cavallo della mezz’ora, poi al 35’ Yeshchenko ha un’altra grande occasione ma il suo diagonale da fuori areaa sfiora il palo. Capello ci crede e inserisce Dzagoev, ma il Belgio si sveglia all’improvviso.
Al 39’ Mirallas centra il palo su punizione, poi a due minuti dal 90’ Hazard parte come un fulmine in contropiede, arriva sul fondo e serve all’indietro Origi, che arriva puntuale col piatto destro al suo personale appuntamento con la storia: è il gol-qualificazione.
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