Carlevaris, prima volta al Rocco: «Quell’applauso mi ha colpito»

Lasorte Trieste 25/10/20 - Serie C, Triestina - Virtus Vecomp Verona, carlevaris
Lasorte Trieste 25/10/20 - Serie C, Triestina - Virtus Vecomp Verona, carlevaris

TRIESTE

Un domani, chissà, la scena si ripeterà e ad applaudire all’ingresso in campo non saranno poche centinaia di tifosi. Saranno di più, nel segno di una normalità da ritrovare post virus, e saranno applausi ancora più partecipi se ci sarà un’Alabarda sul suo petto. Intanto, il giovane Andrea Carlevaris ha potuto gustare il suo esordio al Rocco da avversario. Uno scampolo di gara ed emozioni forti raccontate dal ragazzo classe 2000, che svela... «L’emozione più grande è stata entrare in stadio prima della partita, l’ingresso con il pullman e in campo, anche se vuoto. Qualcosa di maestoso essere lì in mezzo, il Rocco visto da lì è un mondo ancora più bello”.

A quella emozione si è aggiunto il brivido dell’ingresso in partita...

«Una bellissima sensazione è stata l’entrata in campo accompagnata da molti applausi che non mi aspettavo».

Il perché lo spiega Andrea.

«Era la prima volta a tutti gli effetti. Ero stato al Rocco per la Supercoppa di Eccellenza con il San Luigi, ma ero infortunato e dunque seguii la partita in panchina».

I primi mesi a Borgo Venezia?

«All’inizio è stata dura, la prima volta via da casa. Poi mi sono abituato, siamo un po’ fuori da Verona che è splendida, una volta a settimana non ci facciamo mancare una visita al centro».

Inserito bene nella squadra?

«Siamo una squadra giovane, un gruppo coeso in cui è facile rapportarsi ai giocatori esperti».

L’impatto con la C?

«Mi aspettavo un balzo notevole, provenendo dal San Luigi. Quasi un doppio salto che ho patito a livello fisico, devo crescere nella lucidità e sto facendo grande sforzo su me».

Il momento in cui sei entrato. Hai sognato l’identica immagine di te con la divisa dell’Unione?

«L’ho sognato già nei giorni scorsi e sempre» scherza Andrea. «Da triestino e tifoso della Triestina prima o poi spero di poter scendere in campo con la maglia alabardata. Non è ancora il momento ma spero un giorno accada».

Un tempo per parte?

«Un pari giusto, forse la Triestina ha sbagliato a non affondare a inizio secondo. Noi siamo cresciuti, è vero, ma non abbiamo avuto grosse occasioni. Zecchinato si è inventato un bel gol e poi, per tanti versi, è difficile segnarci».

Come vedi il girone?

«Sarà un anno particolare causa virus, ci sono quelle squadre che meritano di stare davanti, penso a Triestina-Padova-Perugia ma anche Feralpi e Sudtirol sono forti. Puoi vincere e perdere con tutte, non ci sono grandi differenze. Vedendo la C da fuori notavo sempre che vinceva il campionato la più costante, non la più forte».

Il tuo cuore batte anche per i tuoi ex compagni del San Luigi, fermati dal DPCM.

«Da domenica erano la capolista, vivono il calcio come uno sfogo, non come lavoro. Se gli togli quello, è pesante. Il calcio è un momento di felicità e va goduto». —



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