Con la Scozia l’ultima di Brunel sulla panchina azzurra all’Olimpico
ROMA. Gli infortuni costringono l’Italia a cambiare di nuovo: quattro i nomi nuovi rispetto alla squadra che ha perso con l’Inghilterra. Fuori Canna, problemi a una coscia, dopo un anno rientra all’apertura Kelly Haimona in coppia con Gori che festeggia le 50 presenze. «Lo abbiamo preferito perché ha maggiore esperienza di Padovani – dice Jacques Brunel, ct azzurro – anche se non ha un grande numero di cap nemmeno lui».
In seconda altro cambio, rientra Furno per Biagi che contro l’Inghilterra era stato tra i migliori degli azzurri, ma ha una frattura a una costola. Fuori, nemmeno in panchina, va McLean per lasciar posto a Davide Odiete, uno dei giovani della nidiata di questo Sei Nazioni con Bellini (confermato all’ala) e Lovotti, pilone con Cittadini. Come tallonatore rientra Lorenzo Ghiraldini.
Per il ct Jacques Brunel è l’ultima partita sulla panchina azzurra all’Olimpico. «Avrei voluto dare al pubblico più vittorie, più partite al livello che merita. Ma certo la mentalità della nostra squadra in questi anni è cambiata. Che partita vorrei rigiocare se potessi? Non è tanto questo quanto il rammarico di non aver battuto nazionali di primo livello. Penso al match con l’Inghilterra a Twickenham nel 2013, penso all’Australia a Firenze, penso alle due con l’Argentina. Battere una nazionale di primo livello avrebbe dato più sicurezza a questo gruppo, alla nostra ambizione».
Resta anche il rammarico di non aver compiuto a pieno la missione che si era dato a livello di organizzazione. «Mi sarebbe piaciuto creare un legame più profondo fra le varie componenti del rugby italiano, campionato, Nazionale, franchigie».
Intanto domani c’è da affrontare la Scozia (calcio d'inizio alle 15.25, in diretta in chiaro da DMax canale 52 e dal canale Nove). «Una partita difficile, non saprei dire quali sono i suoi: la Scozia ha fatto un ottimo Mondiale e anche in questo Sei Nazioni è vero che ha perso due partite (Inghilterra e Galles, ndr), ma contro i gallesi ha segnato una meta dopo 21 fasi, non è una cosa da tutti. Ha alzato il livello sulla presenza fisica, sulla capacità tecnica e sull’organizzazione di gioco».
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