Con Seculin continua la scuola di Mariano: «Che esordio a San Siro»
MARIANO. È il calcio, bellezza. È quella cosa lì, capace a volte di regalare la realizzazione del sogno che chiunque ami un pallone ha avuto da bambino. Ed in questo caso sembra come se il destino si sia divertito a raccontare una storia in grado di andare oltre ogni pensiero onirico. Metti ad esempio di essere originario di Mariano del Friuli, culla di quello che è stato probabilmente il più grande portiere di tutti i tempi. E metti che cresci con lo stesso talento di andare a pararle tutte, anche quelle che sembrano impossibili. È inevitabile che la tua strada sia quella di indossare dei guantoni, che il fato per te abbia scelto di diventare un portiere di serie A.
Certo, ci ha messo un po', questo destino, ma l'importante è che quando decide il tuo percorso, tu ti faccia trovare pronto: ed è quello che è successo ad Andrea Seculin, classe 1990, mani grandi e forti provenienti da Mariano del Friuli proprio come quelle dell'immenso Dino Zoff. Sono state loro le grandi protagoniste del debutto assoluto in serie A di Andrea mercoledì sera contro l'Inter: hanno detto di no ad Icardi, ad Eder, a Brozovic. Non proprio agli ultimi arrivati, insomma. Qualcuno ha in mente il sogno di quand'era bambino? Ecco, Seculin lo ha realizzato, a San Siro nel tempio del calcio italiano ha rappresentato fisicamente il bambino sognante che c'è sempre stato in ognuno di noi. Ed è bello pensare che ci sia un filo invisibile a tessere questa tela da Uomo Ragno predestinato: si, perché a Verona sponda Chievo c'era già stato un portiere di origini isontine, quel Sergio Marcon che una dozzina di anni fa aveva difeso proprio quei pali.
Insomma, tutto torna, come in una di quelle favole col lieto fine che nutrono i sogni dei bambini. E poco importa che alla fine “Secu” si sia dovuto inchinare ugualmente ad una prodezza di Icardi: se la gara è finita solo 1-0 e non con un passivo peggiore per la sua squadra molto, moltissimo merito è stato suo.
Andrea, te lo immaginavi un debutto così?
«È stato sicuramente emozionante, parecchio. È stato un esordio molto positivo, per come si era messa la partita ho cercato di fare del mio meglio e sono davvero contento di aver sfoderato una buona prestazione in uno stadio come San Siro, quello che sognavo da quando ero bambino».
Quale è stata la tua parata più difficile?
«Credo la seconda su Icardi nel primo tempo: ha tirato in maniera potente ed angolata, ma sono riuscito ad arrivarci ugualmente».
Come si riesce a parare un missile così?
«Credo sia fondamentale essere posizionato nel modo giusto, e poi per respingere quel tiro servono anche reattività ed esplosività».
Cosa c'è nell'aria di Mariano del Friuli, terra di portieri fenomenali?
«Bella domanda (sorride, ndr): probabilmente c'è qualcosa nell'atmosfera, sì...anche se io sono di Corona, frazione di Mariano, ci tengo a precisarlo. Zoff è un grandissimo, ogni estate lo incontro e parliamo di calcio. Un enorme punto di riferimento».
La favola continua, di generazione in generazione. E guai a chi tocca l'aria di Mariano...e di Corona.
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