CONDANNATI DALL’APPROCCIO SBAGLIATO

di STEFANO TAMBURINI Alla fine ce l’abbiam fatta. A suon di descriverli come fenomeni interplanetari, poi i primi a crederci siamo stati noi. Così, in campo, li abbiamo fatti diventare sul serio dei...
Di Stefano Tamburini

di STEFANO TAMBURINI

Alla fine ce l’abbiam fatta. A suon di descriverli come fenomeni interplanetari, poi i primi a crederci siamo stati noi. Così, in campo, li abbiamo fatti diventare sul serio dei marziani. Sì, perché il loro centravanti Campbell in una stagione nel campionato greco ha segnato la miseria di otto gol in 32 partite. E se abbiamo paura di uno così cosa potremmo fare se dovessimo trovare Neymar, Cristiano Ronaldo o Messi? Resteremmo nel sottopassaggio?

Il risultato di tutto ciò è che ora siamo tutti qui a guardarci in faccia e a deprimerci per una grande occasione buttata al vento. Certo, nulla è ancora perduto ma così facendo arriviamo alla sfida con l’Uruguay con la necessità di strappare almeno un pari. Volendo prendere il lato positivo, se proprio dovevamo sbagliar tutto almeno è accaduto in una partita non da “dentro o fuori” e se poi dovessimo riuscire a rimediare, su questa sfida poi diremmo le stesse cose che ancor oggi ci vengono tramandate da quelli che nel trionfale 1982 furono testimoni del disastroso avvio.

Ora non abbiamo altre strade che guardare avanti e fare tesoro degli errori. Non è neanche necessaria un’analisi così approfondita. Di questa partita si può solo prendere tutto quanto, appallottolare e gettare nel cestino dei rifiuti. Martedì a Natal contro l’Uruguay non abbiamo altra possibilità che fare il contrario. Resta da capire quante scorie ha lasciato questa batosta nelle gambe e nell’animo degli azzurri. Il lavoro più difficile del ct Cesare Prandelli è proprio questo, perché ormai la preparazione atletica è quel che è, gli schemi sono conosciuti. Si può lavorare solo sull’autostima ferita. E, soprattutto, non cominciare a dipingere Luis Suarez ed Edinson Cavani come due conducenti di astronavi.

Perché tutto parte da qui, dall’atteggiamento. Con l’approccio che abbiamo avuto con il Costa Rica, a Natal possiamo anche fare a meno di andarci. Sarebbe un massacro inglorioso. Se invece riusciremo a essere padroni delle idee, allora sì che avremo qualche speranza.

Di solito quando siamo con l’acqua alla gola diamo il meglio: e allora facciamo finta che con l’Uruguay sia una sfida a eliminazione diretta. Basterà? Non lo so ma è l’unica cosa da fare.

@s__tamburini

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo