Davis, l’Italia passa il turno In aprile missione in Belgio

Tennis: nell’ultima partita contro l’Argentina a Buenos Aires gli azzurri vincono grazie a Fognini in cinque set e oltre 4 ore rimanendo nel World Group
Di Paolo Rossi
epa05775255 Italy's Fabio Fognini (R) celebrates with team members after defeating Argentina's Guido Pella in their singles match of the Davis Cup World Group first round tie between Argentina and Italy in Buenos Aires, Argentina, 06 February 2017. Italy won the first round tie. EPA/DAVID FERNANDEZ
epa05775255 Italy's Fabio Fognini (R) celebrates with team members after defeating Argentina's Guido Pella in their singles match of the Davis Cup World Group first round tie between Argentina and Italy in Buenos Aires, Argentina, 06 February 2017. Italy won the first round tie. EPA/DAVID FERNANDEZ

BUENOS AIRES. Tutto è bene quel che finisce bene, no? Dopo quattro giorni e una sceneggiatura da film l’Italia di tennis approda ai quarti di finale della Coppa Davis 2017. Italia e Argentina hanno cominciato venerdì e finito ieri, per colpa della pioggia che ha voluto allungare il programma e renderlo più adrenalinico.

Gli azzurri hanno vinto la sfida 3-2 e hanno conquistato un’altra trasferta, quella di aprile in Belgio dove in palio ci sarà la semifinale. Ma questa è un’altra storia, ed è doveroso raccontarne un’altra, questa di Buenos Aires. Era il quarto confronto tra sudamericani e italiani, ed è stato confermato che vince chi gioca in trasferta. Ma i ragazzi di capitan Barazzutti ce l’hanno fatta in extremis, quando tutto sembrava perduto. Ma ricapitoliamo: parlavamo di sceneggiatura, e spieghiamo perché: venerdì l’Italia conduceva 2-0, grazie al successo facile di Lorenzi su Pella e a quello di Seppi su Berlocq. La sfida sembrava chiusa, semplicemente perché il punto più sicuro – alla vigilia – era quello del doppio. Invece sabato Bolelli e Fognini si fanno sorprendere da Berlocq e Mayer e si va agli ultimi due singolari con gli argentini che instillano qualche dubbio nei nostri. Ma la domenica non è giorno di festa, nel senso che piove nella capitale argentina, e questo aiuta Berlocq nel suo gioco contro Lorenzi: la partita viene spezzettata, il campo diventa ancora più pesante, l’argentino gioca a fare il muscolare, incita il pubblico: alla fine Lorenzi cede al quinto set. E siamo pari, ma non c’è più tempo per giocare, la giornata va al tramonto.

Tutto rinviato a ieri: Barazzutti sceglie Fognini, Orsanic conferma Pella. In teoria l’azzurro è favorito, ma il campo non dice la stessa cosa. Pella ha resettato la figuraccia del primo singolare, sembra un altro. Lucido, ispirato, cattivo. Esattamente il contrario del ligure, che non riesce a giocare. Impotente, falloso, perfino abulico. Semplicemente sorpreso dalla situazione. Il primo set è regalato (6-2), e Pella non cala, anzi: reagisce ad un ritorno di Fognini (1-3), recupera il break e a sua volta si riporta avanti, chiudendo a favore anche la seconda frazione: 6-4.

Sembra materializzarsi l’incubo peggiore, la rimonta argentina senza attenuanti. Certo, il campo reso una sorta di palude, pieno di bozzi e di irregolarità nel rimbalzo, ma è una situazione che vale per tutti. Barazzutti chiede a Fognini di non mollare, di avere più pazienza. Di allungare lo scambio, perché poi Pella non è Nadal, o Del Potro. L’azzurro ascolta il capitano, ne accetta il consiglio e rinuncia ad arrabbiarsi, come ha fatto nei primi due set. Comincia a spostare sui lati l’avversario, che ora è meno incisivo nelle accelerazioni di dritto. La tattica paga, Fognini incassa il terzo set: 6-3. Ma l’inerzia del match è ora nelle sue mani, Pella sembra pagare la fatica e non riesce a servire più come nelle due ore precedenti di gioco. Fognini gestisce gli scambi, peccato sbagli ancora molto. Ma è dentro il match, e si prende anche il quarto set, 6-4. Che decide le sorti, psicologicamente. Il sudamericano lotta, ma non fa più male: sa che è disarmato, non riesce più a mettere in difficoltà l’azzurro. C’è Maradona che ancora incita a squarciagola, il pubblico di Baires è anche commovente ma Fognini non si fa imbrigliare e vince 6-2 dopo quattro ore e quindici minuti di partita.

L’Italia resta nel World Group, si risparmia uno spareggio pericoloso per restarci e anzi avanza e sogna di replicare la semifinale del 2014, Goffin e Darcis permettendo. Sognare non costa nulla.

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