ECCO PERCHÉ L’EUROPA NON BRILLA PIÙ
di STEFANO TAMBURINI
Certo, specie in una giornata come questa possiamo e dobbiamo guardare solo a ciò che accadrà a Natal, allo “spareggio” con l’Uruguay. Ma, comunque vada a finire, c’è un dato sul quale riflettere e dal quale partire per ogni valutazione seria, scevra dai mal di pancia o dall’esaltazione. Ed è quello che mette insieme le prestazioni delle squadre europee. Ben che vada, infatti, potranno essere solo cinque o sei a entrare fra le 16 qualificate: oltre alle sicure Olanda e Belgio, possiamo considerare dentro Francia e Germania, il resto è tutto nell’incertezza. Saranno più o meno le stesse dell’edizione 2010 (sei), quando si pensò che questo “poco” fosse un caso. Invece il Mondiale brasiliano rappresenta una triste conferma. Un crollo spaventoso, che richiama motivazioni che non possono essere legate alle singole realtà. Prendendo in esame tutte le fasi finali con un format quantomeno simile a quello attuale, scopriamo infatti che dal 1986 al 2006, agli ottavi sono approdate sempre 10 squadre europee su 16, con la sola eccezione del 2002, quando sono state “appena” 9. In queste circostanze, solo nel “triste” 2002 sono state due le semifinaliste del Vecchio continente, poi si è sempre partiti da una base di tre per arrivare all’en plein del 2006 in Germania. Un quadro esaltante che ha solide radici nelle edizioni precedenti: nel 1982, ai gironcini che portavano alla semifinale (quattro da tre squadre), le sole “intruse” erano Brasile e Argentina. Dunque, 10 su 12 europee, un monopolio. E non crediate che tutto questo sia legato al luogo di svolgimento, perché nel 1978 in Argentina, nell’ultimo Mondiale a 16 squadre, fra le otto promosse dai gironi cinque erano europee: cifra in linea con tutti i Mondiali successivi.
Dal Sudafrica in poi la tendenza si è invece invertita. Quasi certamente per effetto di una globalizzazione che ha portato i migliori degli altri continenti a giocare stabilmente in Europa, a imparare tattiche, metodi di preparazione. Una tendenza consolidata, non un caso isolato. Del resto Spagna e Inghilterra sono già a casa, il Portogallo quasi. Comunque vada a finire stasera, tutto questo non potremo ignorarlo. Poi, certo, i vecchi ragionamenti sono i più facili da fare. Ma ormai sono superati, banali, provinciali. Soprattutto inutili.
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