Falconstar, adesso servono le vittorie

MONFALCONE. Con il campionato che si avvicina rapidamente alla sua fase decisiva, partite come quella di Tarcento, che qualche settimana fa sarebbero state archiviate con soddisfazione per il gioco anche senza i due punti, ora restano sullo stomaco, perché quando arriva l’occasione, indipendentemente che l’avversaria sia, appunto, la capolista, o l’ultima della classe, va sfruttata. La Energy Lab ha messo paura alla Fluidsystem ma non è riuscita a concretizzare una prestazione di carattere, e ora si ritrova nuovamente sul fondo, seppur in ottima compagnia visto che a quota 14 punti ci sono anche Padova, Mestre, Oderzo, Conegliano e Bassano.
«Giocare per lunghi tratti alla pari con la capolista non basta più, dobbiamo vincere, non ci possiamo accontentare della prestazione – conferma coach Franceschin –. Eravamo rimaneggiati, è vero, ma al 35’, quando coach Andriola ha chiamato il timeout per frenare la nostra rimonta, ho visto una Tarcento in grande affanno e ho avuto la sensazione che avremmo potuto farcela. Se avessimo segnato il tiro del pareggio sull’azione successiva (una tripla sul ferro di Moretti dall’angolo, ndr) forse la partita sarebbe potuta davvero cambiare, il rammarico è grande».
Senza Petrovic, le cui condizioni saranno monitorate giorno per giorno perché l’obiettivo è riaverlo anche se fosse solo per pochi minuti nel cruciale derby regionale di domenica con lo Jadran, la Falconstar ha giocato la classica partita gagliarda e senza timori reverenziali, soprattutto dal 10’ in poi. Prima, infatti, i friulani erano riusciti ad allungare, e quei 10 punti di vantaggio costruiti alla prima sirena (25-15) sono in pratica tutto il divario finale (+9, 77-68). Sono stati 10’ nei quali la Falconstar ha insistito troppo sul tiro da 3 punti, e solo in parte per merito della difesa avversaria, molto fisica per i tanti centimentri a disposizione in tutti i ruoli e quindi facilitata nel chiudere i varchi in area. «Avevamo studiato un altro tipo di attacco – illustra il tecnico biancorosso –, l’idea era quella di attaccare il canestro con le penetrazioni per poi scaricare fuori per il tiro. Il tiro da 3 punti mi sta bene, ma dobbiamo far lavorare gli avversari in difesa, non scegliere il tiro da fuori solo perché comodo, altrimento il gioco diventa statico. Quando abbiamo cominciato ad eseguire il piano partita, le cose sono andate decisamente meglio. In difesa poi gli errori sono sempre gli stessi – chiude il coach – frutto di disattenzioni che spesso arrivano in momenti importanti».
Da correggere a partire da domenica, perché l’esame Jadran è di quelli da non fallire se si vogliono evitare i play-out.
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