Falconstar, è qui la festa E la risalita è solo all’inizio

MONFALCONE. È stato il punto di arrivo di un progetto lungo due stagioni, più o meno 700 giorni per ricostruire un gruppo, inteso come società, parco giocatori e staff tecnico (e perché no, anche tifoseria) e riportarlo verso un palcoscenico, intanto la DnC, più consono alla sua storia, almeno quella degli ultimi 10 anni. La Falconstar era partita dalle macerie dopo la defenestrazione dalla DnB, ha saputo ritrovare la compattezza e ora si gode il momento della festa, quella celebrata domenica sera sul parquet di Cordenons (e proseguita in un ristorante di Pordenone fino a tarda ora) dopo la vittoria in finale sulla Calligaris. «Abbiamo raggiunto il risultato con il sacrificio di tutti - spiega coach Federico Franceschin, che ha guidato la squadra in queste due annate - sicuramente quello della società, ma io posso parlare riguardo alla parte tecnica. Ho avuto un gruppo di undici giocatori che avrebbero potuto essere tutti tranquillamente protagonisti assoluti in altre realtà e invece ognuno di loro ha saputo rinunciare a qualcosa in favore del gruppo e, a livello tecnico, in favore della fase difensiva. Tutti allineati a remare nella stessa direzione, questo è stato il vero segreto, così abbiamo potuto sfruttare le enormi qualità dei singoli».
Così facendo la Falconstar ha fatto valere, anche in finale con la Calligaris, una profondità della rosa inarrivabile per tutte le altre contendenti di C regionale: con Corno l’apporto della panchina Falconstar ha prodotto 17 punti, quella dei friulani solo 4. Salutare, nei playoff, lo sberlone preso con Tarcento: «Ci ha svegliati - ammette il tecnico - anche se non abbiamo mai perso la tranquillità da quel momento abbiamo ricominciato a macinare, vincendo le successive quattro partite con scarti sempre in doppia cifra (+20, +35, +24, +15, ndr). La difesa è stata sempre la chiave dei nostri successi».
La Falconstar si è presa tutta la scena nelle Final Four, ma non si può dimenticare l’avventura della Geoclima Fogliano, protagonista di una serata memorabile nella semifinale con Corno e poi logicamente spentasi nella finale per il terzo posto con Codroipo (83-57 il finale) affrontata con il morale sotto i tacchi dopo la sconfitta all’ultimo decimo di secondo con i seggiolai. La neopromossa Aibi è andata ben oltre le aspettative di inizio stagione e anche in questo caso si può parlare di un progetto in costante crescita, anche grazie alla solidità di una società capace di trovare uno sponsor affidabile, merce rara di questi tempi. Il resto lo hanno fatto giocatori di provata classe ed esperienza, da Diviach a Piani, da Petrovic a Deana tanto per citarne alcuni. Non una meteora quindi, ma una realtà del basket provinciale pronta a puntare nuovamente in alto nella prossima C regionale.
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