Fed Cup, azzurre ko: ora spareggio per evitare la C

Il tweet d’incoraggiamento di Flavia Pennetta è servito a poco. La Slovacchia sbanca il PalaGalassi di Forlì vincendo gli ultimi due singolari e aggiudicandosi il diritto di giocare lo spareggio per tornare nel World Group della Fed Cup 2018. Le azzurre, invece, dovranno affrontare un altro spareggio, per restare nel Gruppo II e non precipitare addirittura in C.
Una brutta data, insomma, per il tennis italiano femminile. Dal 2006 le ragazze ci avevano abituato al miglior menu possibile, oggi il ciclo sembra definitivamente chiuso. Sara Errani prima, e Francesca Schiavone poi, hanno alzato bandiera bianca. Sconfitte da Hantuchova 6-0, 6-2 e da Sramkova 6-2, 6-4. Era la prima volta senza Corrado Barazzutti (comunque presente, e di sicuro consulente dietro le quinte in questa fase di transizione), con Tathiana Garbin alla guida. Un debutto sfortunato, per la capitana. «Speravamo che una debuttante come la Sramkova accusasse un po’ la tensione. Invece ha giocato sempre ad occhi chiusi, spaccando la palla ed era molto difficile contenerla. Peccato perché Francesca a un certo punto l’aveva riagganciata ed è mancato poco, un pizzico di fortuna in alcuni frangenti. Il bilancio? Speravo di vincere, ma bisogna dire brave alle nostre avversarie. Il futuro? L’idea è di dare sempre più spazio alle giovani nell’iniziare un nuovo ciclo».
Le recriminazioni possono esserci soprattutto per i due match di Sara Errani. Che, purtroppo, non attraversa un gran momento per colpa degli infortuni. E lo ha confermato lei stessa: «Al terzo gioco in uno spostamento ho sentito il fastidio all’adduttore, ho capito che era qualcosa di serio ma ho provato a farlo fasciare sperando che reggesse. Invece il dolore era troppo forte e non riuscivo proprio a correre lateralmente. Giocandoci sopra ho probabilmente aggravato l’infortunio, e mi viene da pensare di essere stata un’idiota, ma per come sono fatta mi riesce difficile abbandonare una cosa, se almeno riesco a camminare…». E poi la romagnola spiegato il perché: «La maglia azzurra per me ha sempre contato tanto, per lei sono qua e sono rimasta in campo fino all’ultima palla. Sapevamo che non ero al 100% della forma fisica, del resto sono stata ferma 20 giorni dopo l’infortunio a Melbourne. Però il polpaccio era ok, gli esami avevano mostrato che il muscolo era tornato a posto anche se sentivo ancora un po’ di fastidio e ho cercato di riprendere con cautela gli allenamenti. Il problema peggiore, però, è stata la febbre, con quattro giorni che mi hanno debilitato. Avrei potuto fare tante cose, starmene a casa recuperando con calma o magari scegliere di andare a Doha, però ho fatto quello che credevo giusto e non voglio pentirmi della mia decisione anche se è andata così… Sono venuta per dare tutto quel che potevo, peccato». La verità è che se la Errani è scesa in campo è solo perchè le due giovanissime convocate, Jasmine Paolini e Martina Trevisan, erano al loro esordio in nazionale e non ancora all’altezza di giocare un match decisivo. Così stanno le cose: Roberta Vinci va usata con il contagocce (e comunque a un passo dai saluti finali), Karin Knapp è infortunata, Camila Giorgi - al di là della squalifica – non va più quasi presa in considerazione. Le giovanissime sono ancora in costruzione, e dunque il grande decennio dello squadrone di Fed Cup (più due titoli e tre finali del Grande Slam) è da considerare a oggi un meraviglioso ricordo.
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