Quei finali da incubo della Triestina calcio

La Triestina nell’ultimo mese è incappata in quattro sconfitte con le reti subite nell’ultimo quarto di gara. Il calo fisico e i pochi cambi sono le cause più evidenti

Antonello Rodio
Mister Attilio Tesser
Mister Attilio Tesser

Sarà il fatto che questa squadra non ha fatto la preparazione estiva, o forse più probabilmente che la rosa è risicata e con gli infortuni la risorsa dei cinque cambi non può essere sfruttata, fatto sta che da un mese a questa parte la Triestina soffre maledettamente le parti finali delle partite.

Il problema è iniziato a Cittadella, quando a cinque minuti dal triplice fischio è arrivato quel passaggio a Diaw che ha tagliato fuori la difesa e dato il vantaggio ai veneti. Finale di gara fatale anche a Fontanafredda con la Dolomiti Bellunesi, quando a una decina di minuti dal termine la difesa è andata in affanno e Anzolin ha commesso il fallo da rigore che ha permesso alla squadra di Bonatti di portarsi casa i tre punti.

Poi nella gara casalinga con il Brescia il gol che ha condannato gli alabardati è arrivato a mezz’ora dalla fine, ma la sfida che ha confermato le difficoltà sulla lunga distanza dell’Unione è stata proprio quella di domenica scorsa a Vercelli, quando dopo aver sfiorato più volte la rete nella prima parte della ripresa, a un quarto d’ora dalla fine i piemontesi hanno sfruttato le ripartenze e portato a termine le giocate decisive per la vittoria con gli scatenati gemelli Sow. Troppi eventi simili per considerarli solamente un caso. Il problema, come accennato, ha anche le sue logiche spiegazioni.

La prima è quella della mancata preparazione estiva, che gli addetti ai lavori avevano previsto venisse pagata soprattutto nel periodo autunnale, anche se ovviamente in questi mesi chi ha curato gambe e polmoni alabardati ha cercato di rimediare all’handicap iniziale. Ma, si dirà, anche le altre compagini calano fisiologicamente nel finale, il fatto è che le avversarie possono in parte sopperire grazie ai cinque cambi che contribuiscono a mantenere viva la squadra. Ed è proprio qui il maggiore problema per gli alabardati, perché quando le altre innestano forze fresche, come accaduto a Vercelli, dall’altra parte Tesser non è che abbia a disposizione molto per cercare di mantenere la barca sulla giusta rotta. Soprattutto con il gioco dispendioso praticato dall’Unione.

Si sa da quest’estate che soprattutto in certi reparti la rosa non consente ampia scelta, quantomeno una scelta in grado di garantire la stessa qualità di chi è in campo. Quando poi ci si mettono anche gli infortuni, ecco che davvero le opzioni si riducono ai minimi termini. In questo momento Tesser non ha in pratica attaccanti di riserva e se si fa male in difensore centrale, anche lì deve ricorrere a soluzioni di emergenza che hanno come conseguenza quella di ridurre le alternative anche a centrocampo.

Perché in effetti se bisogna utilizzare Silvestro e D’Amore nel reparto arretrato, vengono meno due pedine che sarebbero utili anche in zona più avanzata. Anche se non va dimenticato che oltre ai tre titolari (ma sabato sera mancherà Ionita convocato con la nazionale moldava) ci sono anche Pedicillo e Voca come alternative in quel reparto. Però al momento, quando qualcuno inizia a essere a corto di fiato o con le gambe pesanti, è un dato di fatto che l’Unione arranca proprio per mancanza di risorse.

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