Gli ultimi dubbi del ct Prandelli

Moduli e interpreti, ecco le possibili soluzioni in vista della sfida contro l’Inghilterra
Di Pietro Oleotto
Perugia, 04.06.14, stadio Renato Curi, amichevole Italia-Lussemburgo in vista dei Mondiali Brasile 2014 - Nella foto Cesare Prandelli
Perugia, 04.06.14, stadio Renato Curi, amichevole Italia-Lussemburgo in vista dei Mondiali Brasile 2014 - Nella foto Cesare Prandelli

INVIATO A VOLTA REDONDA. Non ci si poteva chiudere a riccio già contro la Fluminense. Altrimenti qui si rischia di tornare a essere subito quelli del catenaccio, senza passare per il via, come succede a Monopoli. Chi pensa si tratti soltanto di un aspetto formale si sbaglia di brutto: Cesare Prandelli non ha mai nascosto l’intenzione di voler esplorare più moduli, di voler esprimere un calcio moderno, capace di regalare emozioni, oltre che risultati. Ma non è solo per questo che a Volta Redonda l’Italia ha proposto un 4-3-3 in luogo del 4-5-1 che potrebbe diventare il canovaccio tattico sul quale impostare l’avventura mondiale.

Mancano cinque giorni all’esordio di Manaus contro l’Inghilterra (sabato 14 giugno, mezzanotte ora italiana) e sarebbe stato un segnale poco opportuno presentarsi con il solo Balotelli (o Immobile) là davanti e tutta una serie di centrocampisti di buona gamba (da Marchisio a Candreva) a portagli i rifornimenti: meglio far vedere che, seppur contro un club brasiliano – privo tra l’altro del cannoniere Fred in ritiro con la Seleçao di Felipe Scolari –, gli azzurri sanno anche proporre un tridente e quindi non solo aspettare l’avversario per poi colpirlo in contropiede.

Sia ben chiaro: il nostro campionato negli ultimi tre anni è stato un trionfo della ripartenza. Il 3-5-1-1 l’hanno utilizzato, magari solo a sprazzi, da un po’ tutte le squadre di vertice, dalla Juventus in giù, passando per il Napoli, la Lazio, l’Inter.

Quindi una marea di mediani nell’undici di partenza e poi via, a conquistare palla bloccando le trame avversarie. Chi ha cercato di proporre qualcosa di diverso e più entusiasmante ha invece elaborato un piano tattico che si basa sulla difesa a quattro: la Fiorentina di Montella, la Roma di Garcia. Ecco perché anche Prandelli pare aver virato in modo deciso su quello schieramento arretrato dal quale poi costruire tutte le altre varianti che comunque non rinnegano la tradizione e il trend della serie A: la punta unica, il centrattacco come cantava il Quartetto Cetra quando in voga c’era Virgilio Felice Levratto (ex calciatore e tecnico della nazionale azzurra dal 1924 al 1928.

Un problema non di poco conto, considerando che la difesa della Juventus – sul cui blocco il ct vuole innestare l’anima azzurra – è sempre stata a tre. Ecco perché ieri con la Fluminese ha utilizzato l’Italia-2 (praticamente la squadra delle riserve), ha disegnato sul campo un tridente con Cerci e Insigne larghi ai fianchi di Immobile ma non si è mosso un centimetro dalla retroguardia a quattro.

L’Italia anti-Inghilterra sarà così, non si discute. E non pensate a grandi rivoluzioni sulla lavagna della tattica per passare dal 4-3-3 al 4-5-1. Molti hanno tirato in ballo lo schema caro a Zeman quando hanno visto che in rosa c’erano, Immobile e Insigne con Verratti.

Tutto molto suggestivo, ricordando il gioco champagne di quel Pescara. La verità è che Prandelli preferirebbe più che altro due esterni d’attacco capaci di rientrare in mediana e trasformare quindi, con uno spostamento di quindici metri, il centrocampo in un bunker con cinque guardiani. Il terrore degli inglesi che quando non trovano spazio si schiantano (di solito sulle fasce).

Ma così si possono far convivere Pirlo, il vecchio genio azzurro, e Verratti, l’uomo più in forma stando allo stesso Prandelli? È questa una delle domande sul block-notes del commissario tecnico. Facciamo la lista? 1) La tenuta della difesa a quattro; 2) La possibilità del doppio regista; 3) La capacità realizzativa delle nostre punte. Non erano punti all’ordine del giorno ieri a Volta Redonda. Per questo bisognerà attendere il via. Quando più della tattica conteranno i punti da raccogliere in campo.

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