I club tornano sugli spalti Marassi: «Salviamo la D» Sì di Milanese e Vascotto

TRIESTE. Da domani i Triestina Club ritornano allo stadio Rocco a sostenere l’Unione: è la decisione presa dal Centro di coordinamento in una riunione nella quale è emersa grande coesione. I perché...
Di Antonello Rodio
Silvano Trieste 15/01/2016 Stadio Rocco, Sede Triestina
Silvano Trieste 15/01/2016 Stadio Rocco, Sede Triestina

TRIESTE. Da domani i Triestina Club ritornano allo stadio Rocco a sostenere l’Unione: è la decisione presa dal Centro di coordinamento in una riunione nella quale è emersa grande coesione. I perché della scelta li spiega direttamente il presidente Sergio Marassi: «Sì, ritorniamo allo stadio per vari motivi: innanzitutto la nostra volontà di non seguire la squadra l’abbiamo sempre considerata una lotta contro Pontrelli, pertanto adesso che con il fallimento lui è stato estromesso, siamo disponibili a tornare. Ma anche perché la squadra, ha chiaramente bisogno di sostegno: dobbiamo dare ai ragazzi coraggio e motivazioni per riuscire a guadagnare la salvezza. Un traguardo fondamentale per chi prenderà la società, in modo da ripartire almeno dalla serie D e non dover spendere altri soldi per risalire le categorie. In questo momento l’Unione 2012 non esiste più, questa è una squadra che il curatore deve pilotare per finire il campionato: per farlo ha bisogno di entrate e noi possiamo aiutarlo pagando il biglietto. Perché ora sappiamo che l’incasso va veramente a coprire i fabbisogni della società, e non in tasca a qualcuno». Su chi prenderà la società, Marassi non nasconde di avere delle speranze precise: «Innanzitutto auspichiamo che per la cessione si possano mettere dei precisi paletti in modo da far venire solo gente seria e non dover tornare poi nuovamente sull’Aventino. E poi noi tifosi auspichiamo che stavolta, se c’è la possibilità di un accordo fra i due pretendenti triestini, si percorra insieme questa strada, senza guerreggiare come era accaduto l’ultima volta». Quanto alla posizione opposta espressa della curva, Marassi dice: «Noi rispettiamo la decisione della curva, siamo in un momento complicato e tutti i punti di vista possono essere validi. Ci siamo confrontati, e ognuno ha esposto le proprie idee. È un modo diverso di interpretare le cose, ma sempre rispettabile. Speriamo che alla fine arrivino persone serie per poter tifare tutti insieme per l’Unione». Marassi chiarisce anche alcuni punti sulla questione del marchio: «Era nostra intenzione dare il marchio al curatore fino alla cessione della società, poi eventualmente si sarebbe ridiscusso tutto. Il Centro di coordinamento gestisce il marchio, che è stato preso con gli sforzi di tutti, club, curva e anche singoli cittadini: di conseguenza speravamo che dare il marchio al curatore potesse fare da traino per il ritorno allo stadio. Ma visto che non si è raggiunto l’accordo con la curva. non abbiamo voluto fare una forzatura. Però più avanti bisognerà pure prendere delle decisioni: e sarà una scelta democratica, presa con il confronto tra tutta la gente che ha partecipato alla raccolta dei fondi per l’acquisto del marchio».

Tifosi da sempre ma anche coinvolti nell’operazione salvataggio, in tribuna domani ci saranno anche Mauro Milanese e Vasco Vascotto.

«Sono venuto a vedere anche la partita con il Campodarsego, prima del fallimento - dice l’ex calciatore alabardato - perché mi interessa anche l’asspetto tecnico. Ho parlato con i ragazzi della Furlan e rispetto la loro scelta».

«Andrò allo stadio perché sono fiducioso che chi vincerà l’asta - dice Vasco Vascotto - lavorerà per il bene della Triestina. Anche i denari raccolti domenica saranno importanti per raggiungere l’obiettivo di avere finalmente una società seria che si occupi di calcio. Ho sentito le motivazioni della Furlan. Ci hanno pensato a lungo e alla fine hanno dimostrato coerenza nel prendere una posizione che è rispettabilissima. Loro tifano per un simbolo e quindi torneranno quando quel simbolo tornerà sulle maglie e cioè quando la società sarà definitivamente in mani serie. Io vorrei che anche il tifo triestino possa di ventare un esempio per tutto il Paese. I ragazzi se lo meritano».

Riproduzione riservata © Il Piccolo