Il Brasile va a sbattere sul portiere Ochoa Solo pari con il Messico

I verdeoro confermano le perplessità della gara d’esordio Poca qualità a centrocampo e davanti troppo Neymar-dipendenti
Di Rocco Coletti

Il Brasile non vince senza l’aiutino. E fa “solo” 0-0 contro il Messico. Che, da ieri sera, è una sorta di bestia nera per la Seleçao, visto che due anni fa ha soffiato la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Londra 2012 proprio ai brasiliani.

Il secondo pareggio a reti bianche del Mondiale l’ha firmato la squadra di casa, quella spinta da 200 milioni di tifosi che inseguono un sogno: Hexacampeao. Tanto per rendere l’idea, ieri tutto il Paese si è fermato: esercizi pubblici e uffici compresi.

Nella gara inaugurale era servito “l’aiutino”, ovvero il rigore fantasma su Fred, per avere ragione della Croazia; questa volta il bunker del Messico ha resistito fino alla fine, grazie anche ad alcuni buoni interventi del portiere Ochoa. Ma al di là dei meriti, consistenti, della Tricolor ci sono i limiti di un Brasile che continua a non convincere e che ha spezzato la serie di vittorie. Un Brasile impacciato, incapace di fare gioco. Troppo legato ai guizzi dei singoli. E, quindi, neutralizzabile. Un Brasile che sente la pressione dei tifosi (Neymar è scoppiato in lacrime durante l’inno nazionale) e non riesce a sprigionare tutto il suo talento.

Una squadra poco brasiliana e molto europea. Attenta più agli equilibri tattici che a sviluppare un gioco armonioso ed efficace degna della propria scuola calcistica. E poi quel Fred lì davanti è davvero impresentabile: se segna bene – ma non è ha mai fatti tantissimi di gol – altrimenti è un peso per i compagni.

Brasile pericoloso più sugli sviluppi dei calci piazzati che su azione manovrata. Detto ciò, vanno ascritti i giusti meriti al Messico, una signora squadra messa in campo molto bene da Miguel Herrera. Un 5-3-2 che fa leva sull’esperienza del 35enne Rafa Marquez in difesa, sul dinamismo dei centrocampisti e sulla vena creativa di Oribe Peralta e Giovani Dos Santos che al Castelao sono stati più attenti a difendere che a tirare in porta. Ma ne valeva la pena, visto che questo pareggia significa mettere un piede agli ottavi di finale.

La Tricolor ha neutralizzato i verdeoro soprattutto a centrocampo soffocando le fonti di gioco e spingendo tanto con i laterali. Il Brasile, in buona sostanza, ha vissuto sui lampi di genio di Neymar. E proprio sul numero 10 della Seleçao ha iniziato il proprio show personale il portiere messicano Guillermo Ochoa che gioca nell’Ajaccio, in Francia. E che a Fortaleza è stato il migliore in campo. Al 25’ ha respinto un colpo di testa pericoloso dell’attaccante del Barcellona. A fine primo tempo ancora Ochoa decisivo su Paulinho. Nella ripresa, all’inizio, tanto Messico, ma poco incisivo. E poi il Brasile, che, dopo le sostituzioni, ha gettato il cuore oltre l’ostacolo alla ricerca del gol. Ma ancora Ochoa, prima su Neymar e poi su Thiago Silva (colpo di testa a sei minuti dalla fine), ha alzato la saracinesca, strozzando in gola l’urlo del gol ai 60.342 paganti al Castelao di Fortaleza. Zero gol davanti al campione del basket Kobe Bryant. Zero cartellini rossi anche perché l’arbitro turco Cakir ne ha risparmiato uno a Thiago Silva autore di un fallaccio su Chicharito Hernandez a pochi minuti dalla fine. Piccolo, ma comunque l’aiutino il Brasile l’ha ricevuto anche in questa occasione.

Adesso inizieranno i processi a Scolari, la squadra non va. Non va a centrocampo dove non c’è abbastanza qualità. E lì davanti si è avvertita l’assenza di Hulk che pure non aveva impressionato nella gara inaugurale. Dalla cintola in su, poi, solo Neymar è in grado di fare la differenza. Oscar, ad esempio, non è quello apprezzato con la maglia del Chelsea. La qualificazione non è in discussione, sarà matematica lunedì contro il Camerun, ma la gara di ieri legittima le perplessità sulle ambizioni di vittoria finale.

@roccocoleti1

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