Il Costa Rica vuole continuare a sorprendere

Spavaldo il centrale difensivo Oscar Duarte: «Prendiamoci i tre punti per passare subito agli ottavi»
Di Pietro Oleotto
Marco Urena of Costa Rica (L) celebrates with teammates Celso Borges (C) and Joel Campbell after scoring the 3-1 during the FIFA World Cup 2014 group C preliminary round match between Colombia and Greece at the Estadio Mineirao in Belo Horizonte, Brazil, 14 June 2014. (RESTRICTIONS APPLY: Editorial Use Only, not used in association with any commercial entity - Images must not be used in any form of alert service or push service of any kind including via mobile alert services, downloads to mobile devices or MMS messaging - Images must appear as still images and must not emulate match action video footage - No alteration is made to, and no text or image is superimposed over, any published image which: (a) intentionally obscures or removes a sponsor identification image; or (b) adds or overlays the commercial identification of any third party which is not officially associated with the FIFA World Cup) ANSA/JULIO MUNOZ EDITORIAL USE ONLY
Marco Urena of Costa Rica (L) celebrates with teammates Celso Borges (C) and Joel Campbell after scoring the 3-1 during the FIFA World Cup 2014 group C preliminary round match between Colombia and Greece at the Estadio Mineirao in Belo Horizonte, Brazil, 14 June 2014. (RESTRICTIONS APPLY: Editorial Use Only, not used in association with any commercial entity - Images must not be used in any form of alert service or push service of any kind including via mobile alert services, downloads to mobile devices or MMS messaging - Images must appear as still images and must not emulate match action video footage - No alteration is made to, and no text or image is superimposed over, any published image which: (a) intentionally obscures or removes a sponsor identification image; or (b) adds or overlays the commercial identification of any third party which is not officially associated with the FIFA World Cup) ANSA/JULIO MUNOZ EDITORIAL USE ONLY

INVIATO A MAGARATIBA. Sono partiti. Per Recife. E anche per la tangente: «Il nostro obiettivo sono i tre punti per passare subito agli ottavi», ha dichiarato uno dei centrali di Luis Pinto, Oscar Duarte, prima di abbandonare il ritiro e anticipare gli azzurri là dove la Fifa ha fissato l’appuntamento per la seconda sfida del girone di qualificazione. Quello messo in scena in queste ore dal Costa Rica è un Cha cha cha latino-americano, un balletto di dichiarazioni che intrecciano spavalderia e rispetto, voglia di stupire e timore rerenziale. Prendete, per esempio, le parole di José Miguel Cubero: «L’Italia è un’avversaria con un gioco del molto più tecnico rispetto all’Uruguay e con un sacco di velocità. Ma abbiamo lavorato per poter reggere quel ritmo». Ma come, mentre noi abbiamo trasformato il centravanti Campbell nell’Usain Bolt del calcio, il Costa Rica risponde con le stesse armi?

Anche a livello di pretattica questa è una sfida diventata davvero delicata. Un po’ a sorpresa. In questi giorni i costaricani hanno vissuto in clausura nel ritiro di Santos, in un hotel sulla spiaggia che si trova a poche centinaia di metri dal quartier generale del Messico: tagliati praticamente tutti i ponti con l’esterno (i giocatori, su ordine del ct, non hanno potuto ricevere telefonate, l’unica chiamata giornaliera era destinata alla famiglia), hanno studiato gli azzurri in tutte le salse. O meglio, in tutte le ultime gare della nostra Nazionale. Chi conosce Pinto, lo stratega del Costa Rica, garantisce che si tratta di un autentico maniaco della tattica. «Di Pirlo sappiamo ormai tutto: il mister ci ha spiegato che è lui che crea, la fonte, ma non lo marcheremo a uomo», ha svelato Michael Barrantes, uno dei centrocampisti della rivelazione del girone D.

«Nei pronostici c’è stato rispetto per Italia, Uruguay e Inghilterra, per noi no. Adesso dimostreremo al mondo che il Costa Rica può fare grandi cose», ha aggiunto Paulo Wanchope, “tagliente” da tecnico (è il vice di Pinto) come era sul campo, quando giocava per il Manchester City, una decina di anni fa. «Lo staff ha una grande fiducia nei ragazzi, anche stavolta», garantisce per chiudere il discorso. E far capire che il canovaccio tattico dovrebbe essere lo stesso dell’esordio: un modulo bunker, il 5-4-1, che sfrutta le incertezze e gli errori degli avversari per fare risultato grazie alle ripartenze. Avvertite gli azzurri.

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