Il tedesco spiega «Sono solo un outsider»
BIBIONE. Lui si considera soltanto un outsider. Un outsider vincente, ma pur sempre un outsider.
L’uomo più veloce (anche) sul traguardo di Bibione, André Greipel prima di salutare tutti e tornarsene a casa spiega: «Sono sempre partito da outsider, e allora non è male per un outsider vincere venti tappe nei Gran Tour. Sono orgoglioso di questo risultato, ottenuto anche grazie al lavoro della mia squadra. E poi l'esperienza paga. Questa volata? Caleb Ewan aveva scelto il lato sbagliato e ha provato a superarmi - spiega -, ma io sapevo che il vento arrivava da sinistra e non avrei lasciato nessuno a superarmi da destra. Il momento di Caleb arriverà». Ora però Greipel lascia il Giro: «Capisco che i tifosi non siano contenti della decisione di abbandonare la corsa ma ho molto rispetto per il Giro e spero che un giorno potrò ancora tornare a lottare per la maglia Rossa. Quest'anno ho avuto un inizio di stagione difficile con varie cadute, sono sempre stato alla ricerca della forma migliore. Ho lavorato molto per arrivare in condizione a questo Giro. Sono un essere umano e non una macchina. Avevo già deciso che questa dodicesima tappa sarebbe stata la mia ultima, lo avevo deciso tempo addietro con il mio allenatore e la mia squadra per prepararmi ai prossimi obiettivi».
E’ già proiettato sulle tappe di montagna che iniziano oggi in Friuli la maglia Rosa Bob Jungels: «Non ho mai affrontato le salite più dure del Giro in carriera, per me sarà una novità correre queste tappe. Sono pronto a lottare per la maglia, so di essere in buona forma ma sono i favoriti a dover dire se mi vedono come uno sfidante per la classifica generale, per me è la prima volta in cui mi trovo in questa situazione. Non mi aspettavo di indossare la maglia rosa. Averla ancora alla 12.ma tappa, prima delle grandi montagne, è una grande soddisfazione».
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