Il trionfo di Infantino L’italo svizzero eletto presidente della Fifa

Ha battuto nettamente lo sceicco Salman, del Bahrein Succede a Blatter, guiderà il rinnovamento del calcio
epa05182187 Swiss Gianni Infantino, candidate for FIFA President, delivers a speech during the Extraordinary FIFA Congress 2016 held at the Hallenstadion in Zurich, Switzerland, 26 February 2016. The Extraordinary FIFA Congress is being held in order to vote on the proposals for amendments to the FIFA Statutes and choose the new FIFA President. EPA/ENNIO LEANZA
epa05182187 Swiss Gianni Infantino, candidate for FIFA President, delivers a speech during the Extraordinary FIFA Congress 2016 held at the Hallenstadion in Zurich, Switzerland, 26 February 2016. The Extraordinary FIFA Congress is being held in order to vote on the proposals for amendments to the FIFA Statutes and choose the new FIFA President. EPA/ENNIO LEANZA

ZURIGO. Non avrebbe neanche dovuto presentarsi e invece ha vinto. Gianni Infantino ha avuto ragione ad invocare il destino durante il suo discorso di presentazione, pochi minuti prima di essere eletto alla presidenza della Fifa. Il 46enne italo-svizzero (li compirà il 23 marzo) è il successore di Sepp Blatter alla testa della Federcalcio mondiale e la sua nomina ha anche detto che la vecchia Europa resta più che mai il baricentro del calcio mondiale. Infantino ha vinto al secondo turno con 115 voti, contro 88 del suo più accreditato rivale, lo sceicco Salman del Bahrein. Il principe Ali di Giordania, che lo scorso maggio contese la poltrona a Blatter, ha raccolto appena 4 preferenze e il francese Jerome Champagne zero. Infantino era già risultato in testa al primo turno con 88 voti, contro gli 85 a Salman, 27 ad Ali e 7 a Champagne. Il quinto candidato, il sudafricano Tokyo Sexwale, ha rinunciato pochi minuti prima dell'inizio dello scrutinio.

Il travaso di voti decisivo per l'elezione di Infantino è presumibilmente arrivato in gran parte da Concacaf e Oceania. Infantino ha sfruttato la grande rete di rapporti che gli deriva dai quasi 10 anni di lavoro fianco a fianco di Michel Platini, di cui è stato segretario generale all'Uefa, utilizzando le stesse armi del suo connazionale Blatter (i due uomini sono nati a una decina di chilometri di distanza, nel Canton Vallese): relazioni personali allacciate in tanti viaggi («ho fatto cinque volte il giro del mondo in cinque mesi»), oltre ad una gran padronanza delle lingue (ne parla fluidamente 5-6) e la promessa di dirottare maggiori finanziamenti dalla Fifa alle federazioni. Come Blatter, Infantino ha costruito tutta la sua carriera professionale “ai margini” e non “dentro” il calcio.

Infantino, nato e cresciuto in Svizzera, ha chiare origini italiane: il padre originario della Calabria, la mamma della Valcamonica. Dopo l’elezione non ha mancato di ringraziare l'amico Michel Platini: «Ho un pensiero molto forte per lui. Lo ringrazio per i nove anni durante i quali abbiamo lavorato insieme». L'uomo prescelto per il rinnovamento del calcio mondiale, travolto dagli scandali, ha davanti a sè una missione difficilissima. Ma Infantino si è detto certo di farcela: «Voglio un grande sviluppo del calcio in tutti i Paesi. Non sono il presidente dell'Europa, ma di tutto il movimento».

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