Immobile e Insigne due titolari in più

Immobile nel giro di 60 minuti ha messo il proprio timbro sul risultato dell’amichevole contro la Fluminese e inviato un telegramma urgente a Cesare Prandelli: «C’è posto per me? Saluti da Volta Redonda. Stop».

A dire il vero il capocannoniere del nostro campionato è stato decisamente più diplomatico, a parole. Nel dopo partita, sfilando davanti a telecamere e taccuini, ha bussato senza troppa foga alla porta del ct: «Non mi sento un titolare: sto semplicemente lavorando per raggiungere tutti gli obiettivi che mi sono prefisso. E questi gol fanno bene soprattutto per la fiducia e per il morale».

Nel mirino c’è evidentemente un po’ di spazio in un Mondiale ormai alle porte. Magari facendo il solletico a SuperMario («con lui ho un buon rapporto, scherziamo spesso. Spero si sblocchi al più presto», ha detto l’ormai ex bomber del Torino), che l’altra notte ha tagliato la zona interviste più velocemente di quanto ha fatto nell’area avversaria. Questo si può dire. Per il resto si può soltanto pensare che si stia facendo delle domande sul suo ruolo qui in Brasile. Quell’atteggiamento da eterno bambinone comincia a essere un limite, visto che dovrebbe essere uno di quelli si caricheranno sulle spalle la spedizione azzurra per farla planare nella seconda fase del torneo. Mica ci si può affidare sempre ai vecchietti. Da questo punto di vista la risposta sul campo di Immobile è stata da ometto. E a papà Prandelli deve essere piaciuta un sacco, così come quella del gemellino Lorenzo Insigne, anche lui protagonista a Volta Redonda, ma solo con i piedi: «Il mio ruolo? Decida il mister. Anche in porta». Musica per le orecchie del ct che potrebbe pensare di utilizzarlo come esterno di un centrocampo folto, a cinque (o quattro più uno, alle spalle: De Rossi).

E Immobile? «Io spero che Prandelli ci pensi in questi ultimi giorni. Magari potrebbe proporre due punte davanti», aggiunge Beppe Dossena facendo balenare l’ipotesi di un modulo diverso da quello immaginato.

Un’ipotesi che non può non far scappare un sorriso a chi ha seguito la stagione del Milan e le dichiarazioni di fine anno, anche quelle dello sgusciante Mino Raiola, sul futuro ruolo di Balotelli. Centravanti. Il punto che in quel ruolo bisogna sbattersi e fare gol.

Insomma, non è una novità. Il destino della spedizione è legato alle lune del Balo, come è successo già agli Europei. Se gli azzurri ritroveranno l’impermeabilità difensiva, sarà lui a dover fare la differenza in attacco. E se non ci riuscirà da solo, Prandelli farà bene a trovare una soluzione d’emergenza capace di donare un po’ di concretezza al reparto avanzato: ci sta pensando, l’ha ammesso di riflesso già ieri, quando ha escluso la possibilità di una coppia Balotelli-Immobile, due centravanti di movimento.

Il doppio pivot, direbbero nel basket. «Ci vuole qualcosa di nuovo ed è uno spreco rinunciare a Immobile in queste condizioni», dice Dossena, opinionista della Rai. La stampa brasiliana si accoda, da O Dia a Lance, senza dimenticare il diffusissimo O Globo: tutti hanno dedicato foto e titoli al cannoniere azzurro capace di mettere a nanna la Fluminense tra le montagne di Volta Redonda. E anche le dichiarazioni degli avversari premiano il nuovo attaccante del Borussia Dortmund. «Mi ha impressionato più di Balotelli», ha confessato il centrale difensivo tricolor, Bruno, mentre il tecnico della Fluminense, Christopher Borges, ha esagerato: «È molto bravo», ha spiegato legando il complimento alle chances degli azzurri ai Mondiali. «L’Italia si prepara per andare molto avanti nel torneo. Ha giocatori di qualità in tutte le posizioni e sono tatticamente preparatisssimi», ha concluso l’allenatore brasiliano.

Dossena su questo invece non è d’accordo: «Non vedo un futuro roseo se si continua così. Spero di sbagliarmi, ma le sensazioni non sono buone: lo capisco anche da tutte quelle lamentele tra compagni, in campo. Solo lì Balotelli finora è stato protagonista». Tiratina d’orecchie al bambinone. Ci può stare: la ricreazione è finita.

Pietro Oleotto

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