Juve-Napoli, è il giorno della verità

TORINO. Da un lato la follia nel voler stupire e dimostrare di essere diventata davvero una “grande”, dall’altra l’equilibrio di chi arriva da quattro scudetti di fila ed è alla ricerca del quinto. Maurizio Sarri e Massimiliano Allegri hanno animato così la vigilia di Juventus-Napoli, supersfida in programma stasera sera a Torino che vale la vetta della Serie A. Non altro, però, stando alle parole di entrambi gli allenatori, che hanno definito la gara dello Stadium «non decisiva» per il campionato.
«Il Napoli è in ottima condizione, sta facendo molto bene. Sarà una partita molto bella dal punto di vista tattico e tecnico. Questo non vuol dire che deciderà il campionato, ci saranno altre 13 partite con 39 punti a disposizione - ha esordito in conferenza stampa l’allenatore dei bianconeri - Lo scontro diretto dell’andata in questo momento è quello che fa la differenza. È una partita da affrontare senza ansia sapendo che dobbiamo fare una grande prestazione per avere ragione del Napoli». Tra una battuta e l’altra, con Allegri che ha ammesso di «non aver ancora preparato la partita» e ha definito «un’amichevole» l’ottavo di finale di Champions League con il Bayern Monaco, l’allenatore toscano si è soffermato sulla partita dell’andata. «Subimmo due gol su due errori gratuiti da parte nostra, senza togliere i meriti al Napoli che face una bella partita - ha ricordato - Questa sarà tutta un’altra gara perché il Napoli è cresciuto come squadra e come singoli, così come noi».
Da Castelvolturno anche Sarri ha optato per mantenere un profilo basso in questa vigilia «normale per una gara importante». «Dobbiamo avere la follia di imporre a Torino il nostro calcio - ha evidenziato - Siamo alla pari con la Juventus, che è la squadra assoluta padrona del calcio italiano dal punto di vista sportivo. Negli ultimi quattro anni questo è stato palese ma se si guarda alla storia del calcio, la padrona è lei. Per noi è già motivo di orgoglio arrivare alla pari». Nella trasferta piemontese il Napoli non potrà però contare sul supporto dei propri tifosi. «È un’ingiustizia che non ci siano, l’ho detto anche quando i tifosi della Juventus non sono venuti qui. Non credo in questo tipo di decisioni, sarebbe bello dare una soddisfazione ai nostri tifosi ma la storia finirebbe lì - ha evidenziato il tecnico dei partenopei - Loro con giocatori più abituati a certe partite? Ne hanno 8-9, noi 4-5 che possono prendere per mano i giovani ed accompagnarli, facendoli giocare con tranquillità. È un aspetto importante, mi fido di loro».
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