Kyriazis: garanzie o me ne vado
Il difensore greco pronto a trasferirsi in un campionato estero
TRIESTE
Kyriazis, cos’hai provato quando eri solo davanti alla porta e Coppola ti ha respinto il tiro che poteva valere la salvezza della Triestina? Ho pensato che facendo quel gol avrei potuto diventare quasi un eroe, quello che salvava la stagione della Triestina. Mi dispiace non esserci riuscito, poi per fortuna ci ha pensato Allegretti ed evidentemente era destino che toccasse al nostro capitano salvarci. In ogni caso è finita bene. Del resto già qualche settimana fa avevo espresso la mia fiducia, avevo detto che ci saremmo salvati senza i play-out. E sono contento che tutto questo si sia trasformato in realtà».
Ma eri fiducioso anche durante l’intervallo della sfida di Piacenza, pur in una situazione decisamente difficile visto che la prospettiva di finire l’annata agli spareggi pareva effettivamente molto vicina dopo la rete di Degano? Francamente nessuno mentre gioca una partita può esser sicuro di nulla, ma durante il riposo nello spogliatoio c’era una grande convinzione che la partita la potevamo ancora girare. La cosa più importante secondo me è stata quella di essere riusciti a restare calmi e sereni, senza lasciarsi andare a inutili nervosismi: non eravamo di fronte a un disastro, sapevamo che in fondo dovevamo fare un solo gol per pareggiare, non era un’impresa impossibile con tutto il secondo tempo davanti a noi. Non avevamo insomma nessuna intenzione di mollare e infatti nella ripresa abbiamo dimostrato che ci credevamo fino in fondo.
Intanto è già tempo di mercato: le voci dicono di un interesse nei tuoi confronti da parte dello Strasburgo e anche di qualche club della Spagna. Sì, in effetti qualcosa di vero c’è. La verità è che però io ho ancora un anno di contratto con la società rossoalabardata e quindi la prima parola spetta sempre alla Triestina: dovrò parlare per bene con la società, bisogna vedere loro cosa vogliono fare per il futuro. Dopo quest’anno di sofferenza si tratta di rivedere per bene tante cose. Sembrano comunque richieste di un certo livello, in arrivo da formazioni ambiziose, in particolare quelle transalpine: ti fanno piacere? Certamente, si tratta di squadre di serie A ed è sempre stato il mio sogno giocare nella massima serie di qualche grande campionato: ho sempre cercato di dare il massimo proprio per poter fare un salto di qualità.
La cosa più bella sarebbe stata arrivarci con la Triestina perché qua mi trovo benissimo, ma bisogna vedere quali sono gli obiettivi della società. A questo punto, come la prenderesti un’eventuale permanenza a Trieste? Il fatto è questo: a me piacerebbe anche restare, ma non per fare un altro anno di sofferenza e ottenere la salvezza in extremis come è successo in queste ultime due stagioni. Questa città merita di più, merita di avere grandi ambizioni, il mio sogno sarebbe vedere la Triestina in serie A. Sono un professionista a cui piace fare le cose per bene e avere certe motivazioni, mentre qui sono stati due anni di grande difficoltà. In ogni caso la società sa cosa ha sbagliato, e noi giocatori anche. E a nessuno farebbe piacere vivere il terzo anno consecutivo di sofferenze.
Quindi un’ennesima esperienza all’estero non ti dispiacerebbe? Sono già da tempo via da casa e sono sempre aperto a cambiare Paese, se questo può migliorare la carriera, ma sempre compatibilmente alle esigenze della mia famiglia. Certo, cambiare nazione comporta sempre delle difficoltà di adattamento, ed è ovvio che anche per questo la prima opzione sarebbe restare comunque in Italia, per me sarebbe molto più comodo.
Antonello Rodio
Riproduzione riservata © Il Piccolo
Leggi anche








