La tolleranza zero di Dalmasson per elevare la mentalità dei suoi

TRIESTE. Si è visto bene contro la Proger Chieti quali scorie la sconfitta impossibile a Matera ha lasciato nelle teste dei giocatori dell’Alma. La sicurezza, l’entusiasmo crescente soprattutto dopo la vittoria a Bologna sono stati cancellati con un colpo di spugna netto, la squadra ha giocato per più di mezz’ora contro gli abruzzesi senza brillantezza. Di testa, non di gambe. C’è da sperare che il successo ottenuto grazie innanzitutto alla grande determinazione abbia restituito a Sunshine e compagni la fiducia nei propri mezzi che si era affievolita. «Si è visto che avevamo voglia di riscatto, lo stop di Matera ci ha dato la voglia di tornare subito in palestra determinati a lavorare. E adesso siamo veramente ben messi in classifica per la salvezza, il nostro obiettivo». Così ha detto Dalmasson dopo la vittoria contro Chieti. Sì, è vero, per la salvezza non ci sono più rischi. Ma se fosse soltanto e davvero questo l’obiettivo, probabilmente non sarebbero state necessarie le evidenti sfuriate energiche del tecnico non solo in Basilicata, ma anche mercoledì sera, nei confronti di alcuni suoi giocatori. Cazziatoni del genere non si fanno se l’obiettivo è ormai pressochè in cassaforte. L’impressione è che invece a questo punto si stia iniziando a ragionare in prospettiva playoff e questi segnali volutamente plateali ed energici debbano servire a far cambiare atteggiamento alla squadra. Domenica a Matera, dapprima non le ha mandate a dire in partita ai suoi, a Parks soprattutto, e poi se n’è andato in albergo direttamente a piedi subito dopo la sirena, senza passare in sala stampa e senza neppure aspettare la squadra. Mercoledì, invece, tutti hanno visto la scena fra lui e Nelson che rientrava in panchina durante la partita. Gesti plateali, ma forti. Perchè se la crescita tecnico-tattica dei singoli sta avvenendo, adesso l’ultimo gradino da salire è quello della mentalità. È su questo elemento che deve basarsi il salto di qualità per affrontare in maniera adeguata la volata per i playoff e serve svoltare in fretta. Con questa apparente “tolleranza zero” Dalmasson vuole capire se la sua squadra è in grado di fare questo scatto in avanti.
Domenica a Ferrara, campo difficile perchè l’avversaria è in fase ascendente, il coach vuole cominciare a vedere. Non a caso, un altro messaggio lo ha lanciato dalla sala stampa dopo il successo con Chieti: «Spesso la determinazione e la voglia di rivalsa si sono visti in casa, dove siamo più sicuri (anche perchè c’è l’aiuto del pubblico, ndr). A Ferrara possiamo dimostrare queste nostre caratteristiche e riproporle in trasferta». Detto a suocera, perchè nuora intenda....
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