L’Alma non deve puntare ancora alla zona playoff: c’è già dentro

TRIESTE. Certo che perdere domenica contro Recanati sarebbe stato molto sanguinoso, in termini di classifica. Non tanto in ottica salvezza, quanto in quella playoff. Con Chieti e Ferrara a spingere...
Di Matteo Contessa ; Di Matteo Contessa
Foto BRUNI 07.02.16 Basket Serie A2 Est : ALMA Trieste-Recanati
Foto BRUNI 07.02.16 Basket Serie A2 Est : ALMA Trieste-Recanati

TRIESTE. Certo che perdere domenica contro Recanati sarebbe stato molto sanguinoso, in termini di classifica. Non tanto in ottica salvezza, quanto in quella playoff. Con Chieti e Ferrara a spingere da dietro e Treviglio e Ravenna a frenare davanti, l’Alma aveva al tempo stesso un’occasione e una necessità. Per fortuna l’una e l’altra sono andate a buon fine e i biancorossi sono saliti sul treno giusto per arrivare agli spareggi promozione. «Visto l’equilibrio che c’è in campionato, nel quale ogni domenica si creano situazioni inaspettate, mantenere una continuità vincente credo sia indispensabile», sottolinea il tecnico Eugenio Dalmasson.

La continuità che era mancata nel girone d’andata l’Alma l’ha trovata con l’anno nuovo. Da Legnano (27 dicembre) a oggi, la squadra triestina ha vinto 5 partite su 7, cedendo soltanto a Verona e Imola. Ha superato in modo inaspettatamente positivo il ciclo “impossibile”, adesso il calendario biancorosso è più abbordabile. E con i tanti scontri diretti fra le concorrenti e l’equilibrio che c’è in giro, muovere la classifica con costanza può aprire porte molto invitanti, perchè la quota d’accesso si abbassa. «Certo. Rimanere nella zona di classifica in cui siamo è fondamentale, perchè negli scontri diretti una vince, ma l’altra perde. E bisogna essere pronti ad approfittarne. E secondo me - sottolinea il coach mestrino - nel momento in cui troveremo continuità di risultati saremo nelle condizioni di poter dire “okay, proviamo ad arrivare fra le prime otto”. Sarebbe l’identica situazione in cui ci trovammo l’anno scorso di questi tempi (vittoria a Veroli con salvezza acquisita sul campo e lancio dell’operazione playoff, ndr)».

Di sicuro c’è che queste non sono chiacchiere e speranze da bar, ma sono confortate da una crescita dei singoli, e quindi della squadra, ormai evidente. Parks, Landi, Baldasso, Prandin, Pecile (anche se attualmente sta un po’ tirando il fiato) sono ormai sicurezze e non più eroi di giornata, così come Coronica, nel suo. Pipitone, perlomeno, inizia a poter fare lavoro sporco, ma utile alla squadra mentre chi sta vivendo un momento non brillante è Bossi, che con l’arrivo di Nelson rischia di retrocedere nelle gerarchie di squadra. Ecco, Nelson. La forma fisica è ancora precaria, ma la costante ricerca della profondità del gioco, gli assist, la leadership in campo messa subito in mostra, sono valori aggiunti già acquisiti. La richiesta fatta domenica al coach («fai entrare Coronica al mio posto, è più efficace di me nella marcatura di Sollazzo») lascia intendere che il californiano ha già compreso lo spirito della squadra. Il che può far stare sereni. Sempre.

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