L’Italia non sa più come si vince

INVIATO A PERUGIA. Una passerella, un bagno di folla e di entusiasmo per l’Italia che stasera parte per il Brasile. Una missione ricca di speranze e di incognite con un propellente rappresentato dalla carica dei 26mila del Curi che hanno osannato gli azzurri al di là della prestazione densa di luci e ombre. E di un pareggio che non rappresenta certo un bel biglietto da visita. Ma i tifosi concedono fiducia a prescindere alla Nazionale di Cesare Prandelli. Che ha giocato una partita a ritmi abbastanza bassi. D’altronde sarebbe stato preoccupante il contrario a dieci giorni dalla prima contro l’Inghilterra.
È una squadra che cerca il gioco, ma ha (ancora) poca incisività negli ultimi venti metri e alla vina trova la settima partita consecutiva senza vittoria. La Nazionale dai piedi buoni, in primis Verratti e Pirlo, fa un buon possesso palla contro il Lussemburgo arroccato nella propria metà campo, ma tira poco in porta. E quando lo fa non è precisa. Viene annunciato come un 4-3-2-1, ma in realtà si tratta di un 4-1-4-1 con De Rossi tra le linee a proteggere la difesa e Balotelli unica punta. Prandelli vuole le incursioni di Marchisio e Candreva. E dopo 9’ eccola la rete che sblocca il risultato grazie a un’azione avviata e rifinita da Claudio Marchisio grazie all’assist al bacio di Balotelli. Resterà l’unica cosa bella del milanista nel primo tempo che comunque si muove per creare spazi, ma il problema è che l’Italia va al piccolo trotto e i lussemburghesi corrono dappertutto per chiudere gli spazi. Il lato positivo della Nazionale dai piedi buoni è che non è Pirlo-dipendente. C’è Verratti al suo fianco che regala giocate sopraffine che infiamma il pubblico di Perugia. Primo tempo dignitoso: il Lussemburgo non è l’Inghilterra e Joachim non è Rooney. Ma ci sono alcuni lampi azzurri che lasciano ben sperare. Nella ripresa entrano Cassano e Aquilani. L’attaccante di Barivecchia è accolto da un’ovazione. Entra al posto di Verratti dopo 9’ e subito accende la squadra. Prima Balotelli colpisce la traversa da buona posizione, poi è la volta di Candreva a scheggiare il legno di testa. Nel finale il pareggio del Lussemburgo, la nota stonata della serata perugina che comunque resta una festa. Nemmeno l’accenno di un fischio. Da rivedere qualcosa in difesa dove Chiellini si è rivelato come al solito un marcatore efficace, ma tutta la linea non ha convinto fino in fondo. Detto di Verratti che è uno degli azzurri più in palla, va rimarcata la buona prova di Marchisio mentre non si può dire la stessa cosa di Antonio Candreva, l’altro incursore di Prandelli che però ha lasciato un po’ a desiderare. Pirlo, invece, non è apparso padrone del gioco. È rimasto un po’ defilato, ma ogni volta che ha toccato palla ha cercato di illuminare la scena. Mario Balotelli, invece, resta un punto interrogativo, non è al top della condizione e durante la gara alterna cose buone alla solita indolenza. Da rivedere la coppia di terzini. De Sciglio ha spinto molto nel primo tempo, ma ha rimesso in mezzo pochi palloni giocabili; Abate, invece, si è distinto per alcune pregevoli chiusure difensive, poco per i cross dal fondo. Un’Italia da rivedere, certo, ma dalle buone intenzioni. Parte con un carico di entusiasmo che in passato raramente si è visto. Le polemiche dei giorni scorsi sulle convocazioni non hanno fatto breccia nel cuore dei tifosi che hanno regalato un pieno di fiducia agli azzurri. Che ancora una volta vanno ai Mondiali senza il successo nell’ultimo test in Patria. Sono venti anni che manca.
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