L’Italia prova a evitare il cucchiaione
INVIATO A ROMA. Che Scozia sarà quella di oggi in un Olimpico ancora una volta vicino al tutto esaurito? L’incompiuta del Sei Nazioni con le ultime nove sconfitte di seguito, di cui cinque con meno di una meta di scarto come a Edimburgo nel 2015 con gli azzurri? O la Scozia del Mondiale, unica europea a sfiorare la semifinale? O, ancora, quella estiva e sperimentale che ci fa a pezzetti o ci beffa come a Torino o a Pretoria nel 2013 aprendo la serie no del ct uscente Jacques Brunel?
Più semplicemente la “solita Scozia” come l’ha definita ieri alla vigilia Giampiero De Carli, allenatore della mischia e autore dell’unica meta di quel lontano esordio azzurro nel Sei Nazioni del 2000 chiuso sul 34-20 per noi. In numeri restituiscono l’equilibrio fra le due Nazionali costrette oggi al primo spareggio per il cucchiaio di legno. In prospettiva però è più abbordabile un’Irlanda in discesa e piena di infortunati eccellenti che una Scozia in crescita. La sfida di oggi è però quella più in equilibrio. Nei 16 confronti precedenti (otto in casa e otto fuori) la situazione è di 9-7 per gli scozzesi (sei in casa e tre fuori) con gli azzurri che hanno vinto a Roma cinque volte e violato due volte Murrayfield.
Ultima spiaggia? Parisse dice no.Ma a sentir dire che sia l’unico obiettivo abbordabile il capitano Sergio Parisse non ci sta: «Lo pensano in molti, la stampa per prima. Ma per me la Scozia è la partita più dura di tutte. Pensare che sia la partita decisiva per il quinto posto da vincere a tutti i costi è un errore madornale. Dobbiamo giocare per bene, con la giusta intensità per 80 minuti e allora il risultato arriverà di conseguenza».
L’ Italia tende a cedere nel finale? «Non è così, contro la Francia almeno. Mentre contro l’Inghilterra è successo qualcosa su cui in questi giorni ho insistito molto. Bisogna imparare a reagire agli errori. Sia in modo individuale che collettivo. Quando sul 11-9 con gli inglesi dovevamo aumentare la pressione ed è stata battuta quella touche che ha portato alla meta di intercetto mancavano ancora 25’ alla fine e pure sul 18-9 c’era tutto il tempo per recuperare. Invece negli sguardi di alcuni giocatori ho visto che era come se fosse finita la partita in quell’istante».
«C’è da dire – interviene De Carli – che ci sono avversari di diversa qualità. Gli inglesi hanno iniziato attorno al 60’ ad accelerare, aumentando l’intensità mentre di solito si cala. Ogni tanto bisogna dire bravi agli altri, in campo ci sono anche gli avversari».
Il rischio pioggia. I temi della partita si addensano come le nubi su Roma che danno pioggia. Il meteo chiuderà il match attorno ai calci alti, determinanti saranno le touche dove Gray e compagni svettano. E con la pioggia aumenta la confusione sui punti di incontro dove le scorrettezze non sempre vengono viste. Mischia, touche, calci: quest’ultimi ci vedono in difficoltà per le assenze e per le scelte (McLean fuori), con Odiete promosso titolare per il gioco ma meno potente nella liberazione al piede. Anche il numero 10 Kelly Haimona (l’astro nascente Carlo Canna è infortunato) non è il massimo dal punto di vista balistico, ma per i piazzati lunghi c’è Gonzalo Garcia e in panchina Padovani apertura in purezza. Gli infortuni poi stanno avendo almeno l’effetto di responsabilizzare i giovani con risposte sopra le previsioni (Fuser, Lovotti). I senatori sembravano quelli a cui aggrapparsi, ora che il “tappo” è saltato si è visto che i baby stanno in piedi da soli.
Intercetti pericolosi. Attenzione super agli intercetti (gli scozzesi ne hanno inflitti cinque negli ultimi tre confronti) oltre alle citate touche vera rampa di lancio dell’attacco avversario. Brunel si è sicuramente arrovellato su come logorare i “lunghi” scozzesi. Si è infine parlato di futuro azzurro. A chi gli ha chiesto se sarà capitano anche della Nazionale di O’Shea, o se sarà contento di giocare in azzurro con Gori capitano, Parisse sorridendo ha detto: «Gori giocherà ancora a lungo. Io ho 32 anni mi sento integro e quindi disponibile a restare. Ma sarà il nuovo staff in arrivo, come sapete, che deciderà i ruoli». Gori che a 26 anni oggi tocca quota 50 cap, si è sciolto in una risata facendo platealmente gli scongiuri.
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