L’Ufm lotta a testa alta contro tutti gli avversari

Il rammarico della formazione monfalconese per la vittoria sfumata ad Abano Godeas: «Sabato prossimo contro la Luparense sarà un altro spareggio»
Di Matteo Marega
Bonaventura Monfalcone-24.01.2016 Ufm-Montebelluna-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-24.01.2016 Ufm-Montebelluna-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

MONFALCONE. Frenare il passo spedito dell'Abano e parallelamente dare seguito all'effervescente successo sul Montebelluna: l'Ufm ha raccolto il minimo indispensabile per accorciare ulteriormente la classifica ma è rientrata alla base dalla trasferta padovana con più di qualche rimpianto.

«Eravamo consapevoli delle difficoltà che potevamo incontrare, ma allo stesso tempo - il commento dell'ariete Denis Godeas - sapevamo che ora abbiamo i mezzi per contrastare adeguatamente ogni avversario, a patto che attenzione e applicazione siano al massimo dei giri. Pari sostanzialmente giusto, anche se quei tre punti che ci avrebbero fatto un enorme balzo in avanti sono svaniti a poco più di dieci minuti dallo scadere, potevamo farci un bel regalo: poco male, rimane la prestazione, la continuità nei risultati e lo stimolo per giocarci subito un altro spareggio, sabato prossimo con la Luparense».

Contro il zemaniano (di nome e di fatto) 4-3-3 proposto dall'Abano, Zanuttig ha chiesto agli avanti Godeas e Zubin di sacrificarsi sul vertice basso e agli esterni di centrocampo di dare una mano ai centrali Mattielig e Bertoia: tutto ha funzionato (quasi) alla perfezione fino a quel tiro dalla bandierina fatale che ha vanificato la capocciata iniziale di Djukic: «Fusciello era marcato, è stato bravo a liberarsi di mestiere e a trovare di testa il gol dell'ex. In retroguardia, come nelle altre zone del campo, ci siamo mossi bene, ormai ogni singolo reparto ha imparato a interagire con gli altri - spiega il centrale difensivo Fabrizio Pratolino - e quindi possiamo dire di aver trovato quell'equilibrio di squadra che stavamo meticolosamente cercando. Non ricordo occasioni di particolare rilievo da parte dell'Abano, mentre da parte nostra ci siamo resi pericolosi con alcune azioni di rimessa che non abbiamo saputo sfruttare adeguatamente anche perché avevamo un baricentro basso e i due bomber, oltre a una partita di gran sacrificio in copertura, non potevano obiettivamente ripartire velocemente: riuscire a servire con più costanza ed efficienza Godeas e Zubin anche a 30 metri dalla porta rivale può fare la differenza, dovevamo supportarli maggiormente».

Ad Abano comunque è venuto un ulteriore passettino verso lidi più tranquilli. «Non siamo più la squadra di qualche mese fa, adesso chi ci affronta sa di avere davanti un avversario che lotta a testa alta e può essere temuta per la sua forza d'urto e la sua cinicità. Non abbiamo prodotto quello scossone in classifica che una nostra affermazione avrebbe comportato, siamo in ballo e lo faremo fino alla fine».

Tra le molte note liete l'esordio stagionale di Stefano Novati, qualche spicciolo di gara (e ventiquattro ore prima un buon minutaggio con la Juniores infarcito da una marcatura) per mettersi definitivamente alle spalle il lungo infortunio.

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