Marassi: «Domenica andiamo tutti allo stadio»

TRIESTE. Di vigilie importanti negli anni ne ha vissute tante, e di appelli ai tifosi ne ha fatti molti, ma in questa occasione quella di Sergio Marassi è una chiamata ancora più accorata e sentita vista la posta in palio.
Per il presidente del Centro di coordinamento, non ci scuse: domenica i tifosi dovranno essere accanto alla squadra: «Domenica bisogna assolutamente andare allo stadio - dice Marassi - non ci sono se o ma che tengano. Si decide il futuro prossimo della Triestina, perché cambia molto tra salvare la categoria e non riuscirci. Una massiccia presenza la dobbiamo anche al presidente Mario Biasin per i sacrifici fatti per salvare la società: magari è un triestino d'Australia, ma è gente nostra che finalmente ha in mano la Triestina. Quindi bisogna mostrare a chi ha investito che potenzialmente il pubblico dell'Unione può vantare buoni numeri. E dobbiamo colorare di rosso lo stadio. Domenica non ci sono nemmeno altri avvenimenti sportivi a Trieste che possano portar via pubblico, insomma non ci sono scuse».
Oltre all'aspetto quantitativo, Marassi si raccomanda anche per un tifo di qualità, che sia soprattutto di supporto alla squadra: «Raccomando di stare tutti uniti per i novanta minuti ed eventualmente per i supplementari, se ci dovessero essere. Il tifo deve essere propositivo, non bisogna lasciarsi andare a critiche e brontolare se le cose non dovessero andare nel verso giusto, bisogna pensare solo al risultato finale. Insomma, bisogna sostenere la squadra fino all'ultimo istante, indipendentemente dal fatto che giochi bene o male».
Marassi è comunque soddisfatto della reazione della tifoseria dopo la svolta societaria: «C'è di nuovo fermento, ci sono dei segnali positivi: quando il telefono squilla molte volte significa che c'è interesse. È dura recuperare i tifosi allontanatisi dopo anni di delusioni, ma una volta per tutte bisogna rispondere, senza aspettare che la squadra faccia spettacolo o vinca i campionati. E poi fra due anni c'è il centenario della Triestina, quindi bisogna salvarsi per festeggiarlo poi in una categoria migliore».
E soprattutto, per il presidente del Centro di coordinamento, c'è da gettare alle spalle questo presunto tabù del Rocco: «È ora di smentire una volta per tutte questa tradizione negativa e festeggiare finalmente tutti insieme, anche per passare finalmente dopo sei anni un'estate tranquilla e non continuare a chiedersi in che categoria giocheremo. Vorremmo finalmente, da tifosi, pensare solo alle vacanze e ai nuovi acquisti per la squadra, non a tormentoni estivi sulla serie a cui parteciperemo». (a.r.)
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