Marchegiani ci crede: «Il Costa Rica corre ma si può battere»
INVIATO A MANGARATIBA. Le gambe di Campbell (Joel) adesso in Italia interessano più di quelle di Naomi. Questione di appeal, quello del Mondiale, del mese del Mondiale che ora per noi passa attraverso il Costa Rica. «È veloce Campbell, velocissimo e anche tecnico: i nostri centrali non dovranno farsi infilare come hanno fatto quelli dell’Uruguay, Lugano ha dimostrato tutti i suoi anni contro gli attaccanti centroamericani», racconta Luca Marchegiani, nella squadra di Sky per seguire la Coppa del Mondo a distanza di vent’anni dai suoi Mondiali, quelli del ’94.
Adesso con Buffon e Sirigu potrebbe profilarsi un altro ballottaggio come allora, quando Marchegiani e Pagliuca si giocarono il posta da titolare.
«In realtà non si tratta di un vero ballottaggio, ma di una semplice sostituzione: vedrete che, quando Buffon sarà di nuovo al cento per cento, Prandelli lo schiererà. E in definitiva anche l’alternanza tra il sottoscritto e Pagliuca a Usa ’94 fu dettata dagli episodi, di solito un ct ha in mente il proprio titolare e porta avanti questa scelta fino alla fine».
Di buono c’è che Sirigu ha dimostrato di essere affidabile ad alto livello.
«Noi italiani l’abbiamo un po’ perso di vista dopo il passaggio al Psg. La verità è, invece, che ha accumulato una buona esperienza nelle competizioni internazionali per club, in Champions League, e ora è il portiere più affidabile dopo Buffon».
Torniamo per un attimo al Costa Rica. Marchegiani, sarà una partita chiave, dove è il caso di rischiare anche i reduci dagli infortuni?
«Se giocheranno non correranno alcun rischio. Detto questo bisogna aggiungere che il Costa Rica è una squadra, ma non una squadra di mostri: è stato aiutato dall’Uruguay che si è presentato a questo Mondiale con Suarez infortunato e con un gioco basato troppo sulle individualità».
Il Costa Rica invece gioca, eccome...
«Ha grande spavalderia. E corre. Dovremo tenerne conto».
Ci sono delle nazionali, invece, che sembrano già in crisi: la Spagna, per esempio. E la prestazione poco attenta di Casillas non è stata d’aiuto ai campioni del mondo.
«Quella è una partita che, secondo me, sarebbe potuta finire benissimo con un altro risultato, anche favorevole alla Spagna. Al di là degli errori di Casillas: un portiere anche se di grande livello e talento, può sbagliare».
L’Olanda dunque va rivista all’opera: potrebbe spegnersi dopo l’exploit all’esordio.
«Deve confermarsi, ma può diventare una delle protagoniste di questo Mondiale, come pure la Germania, se vogliamo parlare di squadre europee».
Da “talent” Sky quale squadra vorrebbe seguire nella prossima uscita?
«Diciamo che occupandomi abitualmente del Brasile sono messo bene. Ma ho delle curiosità: tralasciando l’Italia, mi piacerebbe vedere dal vivo la Colombia che ha una carica d’energia particolare, in campo, dove riesce a proporre un calcio di qualità, e fuori, per il seguito qui al Mondiale».
Quale dubbio invece sulle rappresentative più celebrate dai media?
«Sì, non mi attizza l’Argentina, non tanto perché è Messi dipendente, ma per l’intero impianto di gioco costruito alle spalle di un attacco che è effettivamente di grandissimo spessore. Gago, Maxi Rodriguez non mi convincono e rappresentano per il ct Sabella degli elementi fondamentali».
Resta da capire cosa nel pensa dell’Italia.
«Penso che abbiamo cominciato con il piede giusto e questo è un particolare non di poco conto perché così il nostro gruppo può lavorare in tranquillità. Insomma, aspetto le prossime puntate con fiducia».
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