Operazione simpatia con i bambini

MANGARATIBA. Eduardo ha nove anni e guarda Pirlo con gli occhi di un cerbiattino. Pirlo lo vede, lo abbraccia e per un attimo Eduardo si sente il bambino più felice e fortunato del mondo. Chi non ha molto si accontenta di poco.
Eduardo è uno dei cento bambini di Mangaratiba che ieri hanno regalato gioia e colore sul campo di allenamento degli azzurri. Sono arrivati con tre pullman: due gialli con la scritta “Escola” trasportavano 78 alunni delle scuole elementari “Maria Augusta Lopes” e “Colonel Moreira da Silva”, mentre in un terzo c’erano 32 bambini della piccola società di calcio del Gremio Mangaratibense.
Sono rimasti ai bordi del campo con gli occhi sognanti per aspettare l’allenamento. «Conosco Pirlo e Balotelli» sorrideva Juan ai giornalisti, mentre le maestre si preoccupano che i piccoli non disturbino troppo. Macché, è un inno alla gioia vederli. In questi momenti diventa banale, scontato e retorico pensare a quante cose hanno in più (anche di superfluo) i nostri bambini, ma non riesci a non farlo.
Prandelli e il gruppo escono dal resort e arrivano sul terreno di gioco, i bambini entrano in campo e corrono versi i loro idoli con la gioia negli occhi. Buffon e Marchisio si gettano sull’erba e iniziano ad abbracciare i giocare con i più piccoli del gruppone. Una delle scene più belle viste qui al Mondiale. Pirlo, De Rossi, Balotelli posano per selfie con i più grandi, in particolare un tifoso di SuperMario che ne indossava la maglia. Poi via all’allenamento e subito si alza il coro “Balotelli, Balotelli” che strappa un sorriso a SuperMario, uno che in realtà è ancora molto bambino dentro.
Il sindaco e gli azzurri. Vuole incontrare a tutti i costi Balotelli, non si accontenta della maglia che ha già ricevuto in dono dalla delegazione italiana. E vuole realizzare un campo sportivo comunale per due scuole della città con i soldi promessi dalla nostra ambasciata. Evandro Bertino Jorge, conosciuto tra i suoi concittadini come Evandro Capixaba, sindaco di Mangaratiba (prefeito dicono in Brasile) non è uno che molla facilmente la presa.
Ora ci racconta: «Come rappresentante di tutto il territorio di Mangaratiba, volevo consegnare un’opera in legno riciclato di un’artista locale a Mario Balotelli. Non ce l’ho fatta perché c’è questo isolamento che mi sembra eccessivo. Mi avevano anche promesso 50mila euro, una sorta di eredità per il passaggio degli azzurri in questi posti. L’offerta è stata fatta dal Segretario generale dell’ambasciata a Brasilia, Alberto Labella. Insomma, ci tengo a chiarire che è stata un’offerta del governo italiano e non della federazione italiana. Con quei soldi avevamo pensato di rifare l’illuminazione dello stadio comunale, ma poi abbiamo deciso di realizzare un campo sportivo per scuole che si occupano di riabilitazione di giovani e adulti. Insomma, i soldi saranno spesi bene, ma finora non sono ancora arrivati».
Strano, perché in Italia i soldi pubblici arrivano così velocemente...
Alessandro Bernini
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