ORA A MARANELLO NON È PIÙ TEMPO DI ALIBI
Che sia bella non si discute. Che poi possa esser vincente – o, meglio ancora, impossibile da battere – è tutto da capire, al di là di buone intenzioni e doverose dichiarazioni di ottimismo. Comunque vada, l’unica certezza è che ora a Maranello sono finiti gli alibi, che non sarà più possibile dar la colpa a chi c’era prima. Il presidente Sergio Marchionne, il capo del team Maurizio Arrivabene e il direttore tecnico James Allison hanno potuto lavorare con i loro criteri fin dal primo schizzo di matita sul primo foglio bianco dal quale è nata questa Ferrari SF16-H, con l’acca finale che sta per ibrido, segnale forte di aver pensato sul serio a qualcosa di diverso dai motori del passato. L’ottimismo diffuso via web sembra aver tutto fuorché i segni dell’incoscienza. Anzi, il cambiamento appare radicale e molti punti di somiglianza con la finora quasi inarrivabile Mercedes offrono spicchi di speranza in più. I primi test e i Gran premi d’avvio stagione daranno indicazioni più chiare ma c’è anche un’altra certezza: per questa Ferrari dovranno tifare anche quelli che non l’hanno troppo in simpatia. Perché è l’unica monoposto che può spezzare un monopolio color argento che sta uccidendo lo spettacolo e il fascino di questo sport sul quale comincia a pesare il soprannome di Formula noia. Le altre scuderie sembrano destinate a osservar da tergo e un’altra stagione di verdetti scontati sarebbe difficile da reggere. Per tutti: dai box fino ai più sperduti divani sonnacchiosi. (s.t.)
@s__tamburini
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