Parisse, stoccata all’arbitro ma ammette: loro meglio Brunel: «Troppa frenesia»

Il capitano azzurro: «Sulla gestione della mischia Peyper ha sbagliato» Il presidente Gavazzi: «Non credo che l’Italia non abbia peso internazionale»
Di Alessandro Cecioni

ROMA. L’umiltà forse smarrita dagli arbitri, la leggera commozione di Jacques Brunel nell’ultima replica all’Olimpico.

«Il nostro è uno sport fatto anche di umiltà, l’umiltà di ammettere i propri errori. Lo facciamo noi giocatori, lo fa lo staff e lo devono fare anche gli arbitri». Sergio Parisse, capitano degli azzurri, infrange di nuovo un tabù, generale e personale. Pronunciare la parola arbitro dopo un match di rugby. «Non siamo noi che decidiamo gli arbitri e per me sono in buona fede, ma è normale che qualcuno possa sbagliare. Nel nostro sport non si fa polemica su questo argomento ma è uno sport di umiltà e questo vale per tutti. E dirò di più: per me oggi nella gestione della mischia Peyper ha sbagliato».

Poi però il capitano degli azzurri aggiunge, perché sia chiaro il suo pensiero: «Non abbiamo perso per decisioni arbitrali, ma perché la Scozia è stata più brava di noi, più determinata. Su palla libera per gli scozzesi è stato più facile per giocare in velocità, nei primi minuti hanno segnato due mete e ci hanno messo in difficoltà. Noi è vero che abbiamo avuto più possesso e più territorio, ma abbiamo anche perso la palla in modo banale, con passaggi in avanti. E non si può lasciare il gioco in mano agli avversari per 20 minuti e poi inseguire».

Brunel ascolta come basito: «Ci hanno messo in difficoltà in mischia, in touche e nei punti di incontro, ci hanno fatto meta due volte nei primi minuti. Poi siamo riusciti a rientrare ma a dieci dalla fine abbiamo cercato di andare in meta senza una organizzazione, c’è stata un po’ di frenesia», dice alle tv uscendo dal campo. In sala stampa evita una domanda provocatoria («Dove andiamo con questi giocatori contro Irlanda e Galles?»; «Grazie», la risposta sibilata) e poi ha un momento quasi di commozione quando gli viene ricordato che è la sua ultima all’Olimpico: «Porterò sempre nel cuore questo pubblico (anche ieri oltre 67mila spettatori, ndr)».

Sollecitato sui giovani alla fine il ct qualcosa dice. «Abbiamo avuto voglia, anche frenesia certo, ma soprattutto la voglia di lottare fino alla fine. E nelle prossime gare è quello che vogliamo mettere in campo, entusiasmo e voglia di lottare».

«Abbiamo combattuto, forse abbiamo preso troppi calci di punizione che ci hanno penalizzato. Ma questa è una squadra che ha lottato – conferma il presidente Fir, Alfredo Gavazzi – oggi, contro la Francia e contro l’Inghilterra. A ben vedere avremmo anche potuto avere due risultati positivi». E ancora: «Degli arbitri non parlo, lo sapete. Non credo che l’Italia non abbia peso a livello internazionale. Certo ci sono nazioni che sono qui da 120 anni e nel tessuto hanno più uomini di noi».

Il presidente non lo dice ma il fatto che non ci siano arbitri italiani fra gli internazionali un peso ce l’ha.

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