“Passione”, l’elemento che fa dello sport anche uno stile di vita

TRIESTE. Passione. È stata la parola ricorrente nell'incontro dell'altra sera nella sala Olimpia del Coni ("Costruirsi un futuro attraverso lo sport e la comunicazione") che ha visto protagonisti...
Di Roberto Degrassi
Foto BRUNI 22.02.16 Sede CONI-FIP-Ospite Gianmarco Pozzecco e Sergio Taucer
Foto BRUNI 22.02.16 Sede CONI-FIP-Ospite Gianmarco Pozzecco e Sergio Taucer

TRIESTE. Passione. È stata la parola ricorrente nell'incontro dell'altra sera nella sala Olimpia del Coni ("Costruirsi un futuro attraverso lo sport e la comunicazione") che ha visto protagonisti Gianmarco Pozzecco e Servio Tavcar. Una passione per lo sport evocata in particolare in un esempio: Drazen Petrovic. Il Mozart di Sebenico, che amava il basket e lo viveva 24 ore del giorno al punto da prendere casa proprio di fronte al Palasport per essere sicuro di non sgarrare nemmeno di un secondo il momento degli allenamenti. Un modo di interpretare lo sport sempre più lontano. «Ho seguito sbigottito un sondaggio in cui i ragazzi confessavano che il loro sogno sarebbe stato entrare nella casa del Grande Fratello. Trovo che sia giusto inseguire il successo, ma ha un gusto solo se arriva a completamento di un percorso», parola del "Poz" che, ha ricordato il presidente del comitato regionale della Fip Giovanni Adami, «non ha mai fatto parte di una rappresentativa giovanile eppure è diventato un campione lavorando giorno dopo giorno, insistendo quando gli altri rallentavano».

Non è poi così sorprendente quindi che il presente di Pozzecco sia al Cedevita Zagabria, il club in cui è assistent coach dell'amico ed ex compagno di squadra Mrsic e che ha appena vinto la Coppa di Croazia.

«Il basket che ho raccontato a TeleCapodistria - ha spiegato dal canto suo Sergio Tavcar - era fatto di uomini che amavano mettersi in gioco, gente che preferiva nascondere la palla per battere l'avversario diretto. Un canestro frutto della tecnica e dell'intelligenza faceva venir giù i palazzetti, molto meglio che vedere un lungo che schiaccia. Salta, è lungo, perchè non dovrebbe riuscirci, dove sta la bravura? Ma ormai anche in Europa dilaga il modello Nba e non mi riconosco più in questo gioco...».

«Qualche giorno fa - ha aggiunto Pozzecco - ho sfidato i miei giocatori in una gara di tiro. E naturalmente ho vinto. Ero contento come un ragazzino perchè ancora adesso giocare mi dà le sensazioni di quando ero bambino». Il bambino dell'Inter 1904 allevato da Tullio Micol, cui Pozzecco non ha mancato di riservare un commosso ricordo. Un uomo di sport-educatore, Micol, come quelli voluti da padre Stefano Del Bove, altro relatore dell'incontro organizzato da Sport&Development, Commercio Trieste, Fip Fvg, Trieste Sesto Uomo e Un Canestro per Te Onlus, negli anni di lavoro nel dipartimento sportivo della Loyola University di Chicago.

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