Peana: «Voglio assolutamente rimanere qui»

Il giovane difensore parla chiaro: «Al Cagliari non potrei avere spazio»
TRIESTE
I tifosi per mesi lo hanno reclamato in campo a furor di popolo, senza però venir quasi mai ascoltati. Fin dalla sua prima apparizione, Triestina-Piacenza del 27 gennaio scorso (entrò in campo al 35’ al posto dell’acciaccato Abruzzese), Andrea Peana sorprese tutti per la spigliatezza con cui affrontò l’esordio e soprattutto per la sua velocità, che male non faceva in un reparto difensivo la cui mobilità ha sempre lasciato a desiderare. Poi però Peana si è visto con il contagocce e sempre per assenze forzate degli altri, mai per scelta tecnica. Varrella ha accontentato i tifosi solamente all’ultima giornata. E il giovane cagliaritano, che ha tutta la voglia di rimanere a Trieste, non ha deluso.


Peana, partiamo subito dal tuo futuro: dove giocherai il prossimo anno? Per il momento non ne so nulla, ma ho già detto che qui rimarrei volentieri perché mi sono trovato benissimo. Nessuna notizia ancora da Cagliari? Io sono arrivato a Trieste con la formula del prestito puro per sei mesi, ma vedo che il Cagliari si sta già attrezzando con altri giocatori, quindi non credo proprio che lì avrei spazio. E quando chiederanno il tuo parere? Io dirò che voglio assolutamente restare a Trieste. Anche perché qui la gente mi ha voluto subito bene, fin dall’inizio, forse perché il primo impatto è stato subito positivo. Fatto sta che questo atteggiamento dei tifosi mi ha davvero colpito molto, ogni settimana sembrava che la gente volesse soprattutto che giocassi io.


Quando hai saputo che saresti sceso in campo a Piacenza? L’ho saputo soltanto un’ora e mezzo prima della partita: è stata una decisione che mi ha lasciato stupito, non solo me, ma tutta la squadra. Ed è inutile sottolineare che è stata davvero una bella sorpresa, vista l’importanza della partita. Ancora una volta hai giocato in un’occasione speciale. È stato il mio destino di quest’anno: Juve, Genoa, poi a Piacenza dove avevamo addosso gli occhi di tutta l’Italia calcistica. Tutte grandi occasioni: meglio così, ho avuto più visibilità. Si è trattato anche di una bella responsabilità, vero? Infatti, sono molto contento che il mister mi abbia dato fiducia. A fine partita l’ho ringraziato, vuol dire che ha avuto molta stima di me. Prima però non ti aveva quasi mai messo in campo: hai capito perché? In effetti non ho giocato tantissimo, ma alla fine queste sono scelte dell’allenatore e credo che abbia pesato il fatto che c’erano parecchi giocatori con molta più esperienza di me. Io invece era la prima volta che mettevo il naso fuori da casa.


Alla fine è andata bene, ma come te la sei vista alla fine del primo tempo? Che sia subentrata un po’ di paura è normale, credo che il momento peggiore sia stato per tutti quando abbiamo preso il gol. In quel momento ci sono venuti in mente tutti i problemi passati durante l’anno. Poi cos’è successo? Nell’intervallo ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti che non poteva assolutamente finire così. E credo che nella ripresa abbiamo fatto vedere una bellissima reazione, tanto che fino all’espulsione di Piovaccari il Piacenza non aveva mai superato la metà campo. A gennaio sei stato catapultato in un ambiente che a livello di spogliatoio ha avuto molti problemi: che impressione ti ha fatto? Non è stata certo una grande stagione a livello di risultati. Problemi ce ne sono stati tanti, ma alla fine li abbiamo risolti tutti. Il nostro è stato un bel gruppo, forse da fuori sembrava sfaldato perché ogni piccola cosa veniva ingigantita, ma ci siamo sempre aiutati fra noi, anche grazie all’allenatore e alla società, che ci è stata sempre vicino.

Antonello Rodio

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