PER LA TRIESTINA UN’ALTRA CHINA PERICOLOSA
CIRO ESPOSITO. «Entro il 30 maggio ci sarà lo staff tecnico, entro il 30 giugno voglio avere almeno 16-18 elementi della rosa».
Parole di Hamdi Mehmeti espresse nell’ultima intervista concessa. Già parole.
Come quelle dispensate durante la sua presentazione («Faremo un budget da 1,5 milioni») o come quelle rassicuranti indirizzate dal suo sodale Pierre Mbock (che è formalmente il proprietario) a giocatori, tecnici e fornitori alle loro richieste di pagamenti di prestazioni effettuate mesi addietro.
In oltre cento giorni di gestione (l’iscrizione del passaggio di proprietà è del 13 marzo) al di là delle parole ci sono stati due atti concreti: sono state saldate tre mensilità arretrate dei calciatori e qualche incombenza non procrastinabile (in tutto sembra un po’ di più di 100 mila euro che non è poco) ed è stato conferito un incarico di diesse a Vignoni (persona seria), che però a dieci giorni dalla nomina non sembra per nulla convinto di andare avanti e non certo perché non creda nel progetto Triestina e nelle potenzialità della città.
La città appunto ha avuto pazienza in questi tre mesi. La nuova dirigenza è stata accolta con qualche perplessità ma ha potuto lavorare.
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