Petrosyan non ce la fa, il titolo resta al thai Punpangnuang
MONZA. La cintura intercontinentale Wbc dei 72,5 kg rimane al thailandese Armin Pumpangnuang. Armen Petrosyan non è riuscito a strappare il titolo al ventottenne di Sonklha allenato da Pid Kaisongtanaikwam. Al “Ring War” di Monza i giudici hanno assegnato al campione in carica la vittoria ai punti. Il verdetto non unanime non ha convinto tutti ed è il segno più evidente di quanto le cinque riprese siano state difficili da valutare. A pesare sul risultato è stata, forse, la miglior interpretazione che ha fatto Pumpangnuang del regolamento. Le regole erano, infatti, quelle della muay-thai e non quelle del K-1, la disciplina a cui il più giovane dei fratelli Petrosyan è passato ormai da diversi anni. Certamente deluso, sabato sera il fighter italo-armeno ha pubblicato sui social un messaggio implicitamente polemico. Nel ringraziare il suo team e i suoi tifosi per il sostegno ricevuto, a caldo aveva premesso: “Non voglio parlare del verdetto”. A mente più fredda ieri Armen ha aggiunto: «Ci ho provato, ma era da anni che non combattevo nella muay-thai. Va bene così. Lui tentava di legare in clinch e io facevo il mio gioco. Nel corpo a corpo non mi è però sembrato che riuscisse a tirare le sue ginocchiate. Comunque è inutile recriminare, ora mi concentro sull’organizzazione dell’evento di sabato: voglio che la serata ‘PetrosyanMania’ venga alla perfezione». Il manager Carlo Di Balsi spiega: «Il primo e il secondo round sono stati a favore del thailandese. Il terzo è in discussione: si poteva dare all’uno, si poteva dare all’altro, si poteva dare pari. Il quarto e il quinto sono stati sicuramente a favore di Armen. In Thailandia normalmente quello che conta di più sono gli ultimi due round, quindi la vittoria dovrebbe essere stata di Armen».
Stefano Bizzi
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