Pontrelli: no al fallimento L’insolvenza non sussiste
Dal presidente dell’Unione Triestina 2012 Marco Pontrelli riceviamo un documento che pubblichiamo.
Mi sento in dovere di spendere due parole in merito all’udienza di venerdì, visti gli articoli di giornale pubblicati sull’argomento, dai quali si legge una “sentenza dichiarativa di fallimento già pubblicata”, addirittura con un curatore fallimentare già nominato e coincidente con la persona del Commissario Vernì. Ebbene, le cose non stanno in questo modo! Il Tribunale non ha ancora deciso nulla! Anzi, io mi auguro esattamente il contrario! Ne è dimostrazione il fatto che ho regolarmente organizzato la trasferta della squadra a Levico. Per fornire notizie più attendibili e dettagliate, preciso che la domanda di concordato era stata presentata sul presupposto di cedere l’intero capitale sociale della società sportiva, avendo delle trattative in corso. Infatti, è stato depositato in tribunale il preliminare di cessione delle quote che, tuttavia, non si è perfezionato in mancanza di presentazione di idonea fideiussione, poiché la prima ritenuta valida, anche su indicazione del Commissario Giudiziale. Non essendoci quindi i presupposti per portare avanti il concordato, non più necessario anche perché tutti i creditori istanti erano stati pagati, ho deciso di rinunciare alla domanda di concordato e fin dal giorno prima, 28 gennaio, a mezzo del mio avvocato Maurizio Branchicella, procuratore anche della Triestina, ho depositato formalmente atto di rinuncia al concordato preventivo. Il Pm dott.ssa Chergia, ha chiesto il fallimento della Triestina sulla base di uno stato di insolvenza che non esiste, considerato il pagamento di tutti i creditori istanti e la contestazione di molti debiti della società non provati, gran parte dei quali presentati negli ultimi giorni, tanto da aumentare il passivo societario oltre i limiti consentiti dalla legge. Tuttavia, ancora da verificare!
La rinuncia alla domanda di concordato, secondo l’orientamento giurisprudenziale prevalente della Corte di Cassazione e anche di molti Tribunali d’Italia, così come meglio riferito e illustrato dall’avvocato Maurizio Branchicella in udienza, estingue l’azione. Pertanto, il Tribunale può solo prendere atto e non può entrare nel merito, non potendo la procedura concordataria proseguire in assenza della relativa domanda. Quindi il fallimento, a nostro parere, non può essere pronunciato d’ufficio e nel caso di procedesse sarebbe comunque nullo. In udienza abbiamo anche chiarito che la Triestina non si trova in uno stato di insolvenza. Anzi, al contrario, si è data ampia dimostrazione di essere in grado di adempiere regolarmente alle proprie obbligazioni, sebbene vi sia una momentanea difficoltà economica - solo temporanea. Del resto è sufficiente verificare le scritture contabili per verificare che le passività sono passate da 400 mila a circa 900 mila euro. Non si capisce come! Gran parte di questi nuovi debiti sono arrivati, guarda caso, tutti a dicembre e comunque contestati. Quindi, uno stato di insolvenza che non corrisponde alla realtà dei fatti. Tutto quello che ho riferito risulta dagli atti processuali ed è stato discusso in udienza. Spero che il Tribunale di Trieste legga tutti i documenti depositati e confido nella giustizia.
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