Prandelli carica tutti: «È la gara della vita»

INVIATO A NATAL. «È la partita più importante della mia carriera». E per giocarla Cesare Prandelli cambia tattica e chiede agli azzurri di mettere da parte la maschera di Recife, dove contro il Costa Rica si è vista una squadra che non ha soddisfatto il ct. Lo capisci quando parla di tackle da vincere più che di moduli o tattica, quando spiega che lui non pensa al pareggio per passare il turno, vorrebbe una vittoria capace di rigenerare gli azzurri anche sotto il profilo del morale. E chiudendo il cerchio ci mette pure un fiocco sul pacco regalo della vigilia: «Ho detto ai ragazzi di avere fiducia, io ce l’ho». In serata, dopo l’allenamento, ha dispensato ancora fiducia, uscendo dall’albergo a firmare autografi ai tifosi.
Prandelli, si può sapere se ha già deciso la formazione?
«Per questa domanda non c’è una risposta: già è una partita difficile, diamo il tempo alle due squadre di studiare gli ultimi dettagli, di pensare alle mosse da fare fino all’ultimo minuto possibile. Non penso che l’Uruguay darà la formazione».
È una partita difficile perchè si tratta di una gara a eliminazione diretta...
«Sì, ma ai ragazzi ho detto di avere fiducia: quando abbiamo conosciuto il nome delle nostre avversarie avremmo firmato tutti di essere in corsa per la qualificazione nell’ultima giornata. In questo momento non conta il passato, le sconfitte o la tattica: in questo momento conta la fiducia, ho detto di avere la massima fiducia e credere nella qualificazione. Ora dobbiamo solo essere concentrati per vincere questa gara».
Si troverà di fronte un tandem offensivo di grande valore.
«Penso che quella formata da Suarez e Cavani sia una fra le coppie più forti del Mondiale. Questi due sanno attaccare lo spazio come pochi, non danno punti di riferimento alla difesa avversaria: dovremo essere bravi a capire i loro movimenti e cercare di anticiparli».
L’Italia ha la forza fisica oltre che mentale per giocare una gara attenta e senza pericolosi passaggi a vuoto?
«I dati sul recupero delle energie sono molto buoni. Sono sul sito della Fifa e possono essere consultati da tutti. L’Uruguay ha fatto la nostra stessa partita contro il Costa Rica e anche a livello di corsa, di dispendio di energie. L’incidenza del clima sulle partite? Guardate gli sprint fatti, a una certa ora o in una città invece che in un’altra: vedrete che i valori non cambiano molto da squadra a squadra. Noi abbiamo fornito delle buone risposte. Ma adesso non bisogna pensare molto a questo: dobbiamo superare i fattori ambientali e dare tutto».
Prandelli, ha a disposizione due risultati per centrare la qualificazione.
«No, noi siamo convinti che serve la mentalità per una vittoria. Anche perché non abbiamo la mentalità per cercare di difendere un pareggio. E io personalmente non vorrei vedere la squadra pronti, via e subire. Se subiremo dovremo rispondere. Questo Mondiale è molto equilibrato, aperto e gli attacchi spesso prevalgono sulle difese: adesso per noi le partite del passato non contano, conta esclusivamente il modo di stare in campo e di essere propositivi».
Sembra essere arrivato il momento di Immobile.
«È un attaccante moderno, sa attaccare la profondità e giocare fuori linea, aiutare la squadra: lui in prospettiva può essere davvero una punta completa».
Due settimane fa aveva parlato di incompatibilità con Balotelli.
«Non ho mai detto che non possono giocare insieme. È chiaro che devi modificare qualcosa. E possiamo farlo. Si cercano sempre delle soluzioni nuove: nell’ultima partita abbiamo cercato di recuperare con quattro attaccanti. Adesso abbiamo dei pensieri ma non sono ancora ufficiali: dobbiamo essere tutti sulla corda».
Si parla di un ritorno della difesa a tre senza De Rossi.
«Noi ultimamente in Italia abbiamo la tendenza di andare sempre sulla tattica, ma diventa controproducente in vista di un a partita come questa. Sarà una gara diversa caratterialmente, psicologicamente: loro hanno grande senso patriottico, noi meno, ma stavolta conterà anche questo. Stavolta voglio vedere che, se perdiamo un contrasto, lo facciamo perché ci siamo andati, non perché non ci siamo andati. Rappresentiamo l’Italia e dobbiamo essere orgogliosi di farlo».
@pioleotto
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