Proteste, lacrimogeni e ingorghi

Solenne bocciatura alla prova generale dei Mondiali di calcio per San Paolo, che tra appena cinque giorni dovrà ospitare la partita inaugurale tra Brasile e Croazia nella non ancora completata Arena Corinthians. La capitale economica del colosso sudamericano ha vissuto una giornata di caos totale a causa del secondo giorno di sciopero dei lavoratori della metropolitana, degenerato in violenti scontri con la polizia, e diverse manifestazioni di protesta contro i Mondiali che hanno causato un ingorgo record di automobili di 251 chilometri. Forti disagi si sono registrati anche all’aeroporto internazionale di Guarulhos per lo sbarco dei primi tifosi: fino a due ore di coda per il controllo passaporti degli stranieri e per il ritiro dei bagagli nel vecchio Terminal 1. Il nuovo Terminal 3, inaugurato in pompa magna dalla presidente Dilma Rousseff tre settimane fa, funziona ancora a ritmi ridotti e non riesce a smaltire tutti gli arrivi.
Momenti di tensione si sono vissuti attorno alle stazioni della metro di Ana Rosa, vicino all’Avenida Paulista, il salotto buono di San Paolo, e di Itaquera, nei pressi dell’Arena Corinthians.
Gli agenti hanno chiuso entrambe le stazioni per motivi di sicurezza e hanno sparato candelotti lacrimogeni contro la folla che tentava di forzare il cordone di polizia ad Ana Rosa. I lavoratori della metro che aderiscono allo sciopero, indetto per reclamare aumenti salariali, picchettano le stazioni per impedire, come successo ieri nel primo giorno di sciopero, che dei loro colleghi si rechino al lavoro.
Tra le ormai quotidiane manifestazioni contro i Mondiali, spiccava quella inscenata da alcuni attivisti sotto casa di Josè Maria Marin, potente presidente della Federcalcio brasiliana, la Cbf, nell’elegante quartiere di Jardines.
Nove manifestanti si sono stesi a terra sotto uno striscione con scritto “I mondiali della morte” per ricordare i nove operai morti nei cantieri per la costruzione degli stadi del Mondiale. Al fianco dei manifestanti, erano esposte le foto delle vittime.
Un portavoce del Comitato popolare di San Paolo per i Mondiali ha detto che la manifestazione è stata organizzata per protestare contro «la Fifa, la Cbf e le imprese costruttrici, responsabili delle morti degli operai a causa delle precarie condizioni di lavoro».
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