Quadarella studia da erede di Federica «Non volevo tornare a mani vuote»
il caso
dall’inviata a Tokyo
Esistono medaglie della consacrazione e podi di riscatto, gare cavalcate con una tempesta di sentimenti e sfide affrontate con il cervello: il bronzo di Simona Quadarella è un esame superato, uno di quelli in cui devi mettere le crocette sulla scelta giusta e la media degli errori determina il successo.
Il terzo posto degli 800 metri in 8’18’’35, dietro due fuoriclasse come Ledecky, oro per la terza Olimpiade consecutiva sulla distanza in 8’12’’57, e Titmus, alla terza medaglia individuale a Tokyo in 8’13’’83, è razionale. È una prova di maturità perché «le seconde occasioni non si buttano via».
Lo dice lei che ha sprecato i 1500 metri, li ha affogati nelle paranoie e «sì, per carità, la gastroenterite mi ha debilitata ma poi in acqua è stata la mia testa a non reagire». Spaventata, frastornata e travolta da un’Olimpiade «che mi sono sempre immaginata così però è tutta diversa». È come ogni atleta la dipinge: competitiva, tesa, complicata, lunatica. Quadarella, che ha un percorso netto di costante crescita, ci arriva impreparata agli sbandamenti, «mi è sempre andato tutto bene, medaglie europee, mondiali, tempi in progressione. Lo schiaffo nei 1500 mi ha fatto male». Ma non l’ha travolta. Agli 800 ci è arrivata convinta dagli altri di potercela fare: «I miei genitori, l’allenatore, le persone che mi vogliono bene. Io non so se loro pensassero davvero che io sarei riuscita a salire sul podio, l’importante è che abbiano convinto me». Ben prima di tuffarsi.
Niente Supersimo, una gara gestita, impostata sullo zero rischi. La strada per il podio programmata con il navigatore: «Non lo so se si potesse andare più veloce, a casa senza medaglia non ci volevo tornare». Così dopo Calligaris nel 1972 (bronzo) e Filippi nel 2008 (argento), gli 800 hanno un’altra interprete italiana a raccontarne la storia. Magari un giorno li dominerà per ora «su quel podio di fenomene mi sentivo piccola piccola, fuori posto».
È la prima tacca, in piscina, di una azzurra in questi Giochi «ho proprio pensato, devo farlo pure per le mie compagne» ed è anche un passaggio di consegne. Federica Pellegrini emerge dalla staffetta mista mix (due uomini e due donne), quarta con notevole record italiano, 3’39’’28, e applaude: «Simona è stata brava, anche lei ha sofferto qui e sono contenta che abbia avuto la forza per riprendersi. A livello femminile abbiamo sofferto per motivi che si possono analizzare in futuro ma in generale c’erano tante riconferme da dare e tante attenzioni, mi riferisco a Benny (Benedetta Pilato), le Olimpiadi l’hanno un po’ schiacciata». Quadarella, a 22 anni, è più strutturata, «sì ma non penso di poter prendere il posto di Federica, cercheremo di onorarla e di continuare il percorso». —
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