Quest’Italia vuole sognare

La vittoria vale mezza qualificazione, Prandelli teme il caldo. Buffon e Barzagli, piccoli dubbi
Di Pietro Oleotto

INVIATO A RECIFE. Prudenza e diplomazia. Nel bagaglio che l’Italia si è portata dal sud del Brasile per affrontare il Costa Rica questo pomeriggio, all’Arena Pernambuco, non mancano questi due ingredienti. Non solo perché si tratta dello scontro diretto tra chi ha vinto alla gara d’esordio del gruppo D e perché, come ha sottolineato Casare Prandelli, la nazionale di San José non è un materasso dalla fodera folcloristica, un po’ la falsa immagine che ci portiamo dentro del calcio centroamericano. Gli acciacchi di Barzagli e il recente infortunio di Buffon alimentano l’incertezza per l’undici titolare che oggi, quando in Italia saranno le sei del pomeriggio, cercherà di infilare la seconda perla consecutiva del girone di qualificazione, cosa che non succede da Italia ’90, mentre per pescare un due su due in terra straniera bisogna addirittura risalire a Argentina ’78. Coppe del mondo che ci hanno regalato piazzamenti importanti (un terzo e un quarto posto) e così, al di là della cabala, ecco perché la partita di oggi potrebbe essere chiave: può regalare gran parte del passaggio del turno, può ulteriormente rinvigorire il morale e l’autostima degli azzurri.

Fiato alle trombe Turchetti, avrebbe annunciato Mike Bongiorno con il Costa Rica alle porte, ma prima bisogna leggere attentamente le avvertenze sottolineate prima dell’uso anche dal nostro ct. Punto numero uno: non ha ancora deciso la formazione. Buffon ha reagito bene a primi tre giorni di allenamento dopo lo stop rimediato alla vigilia della sfida con l’Inghiterra. Ieri il portiere ha spinto sulla caviglia sinistra per metterla alla prova e nelle prossime ore lo staff medico verificherà se l’articolazione non si sarà nuovamente gonfiata. Barzagli, invece, nella rifinitura di Recife si è mosso senza problemi, ma visto che i tendini del polpaccio sinistro stanno tormentando da mesi il difensore della Juventus, anche in questo caso bisognerà valutare le sue condizioni fino all’ultimo secondo.

Anche perché (punto numero due) ci vorranno undici titolari al cento per cento per reggere la temperatura e l’afa dell’Arena Pernambuco. E qui entriamo nel campo della diplomazia. Ieri alle 13 locali, a 24 ore dal fischio d’inizio, c’erano 28 gradi con il 70 per cento di umidità. Il delegato medico della Fifa che si aggirava a bordo campo in condizioni simili oggi non obbligherebbe l’arbitro cileno Enrique Osses ai time-out di tre minuti a metà frazione per permettere alle squadre di idratarsi. Era una delle richieste che aveva avanzato il capodelegazione azzurro, Demetrio Albertini, contattando la federazione internazionale che, tuttavia, pare orientata a non concedere il break con meno di 32 gradi sul termometro, un’ora e mezza prima del fischio d’inizio. E così, non è un caso se alcuni giocatori, Chiellini e Thiago Motta, in particolare, ieri si sono avvicinati al responsabile della Fifa facendogli capire che loro i time-out li vorrebbero, eccome. Vedremo, la Fifa di Blatter, a cominciare dalla tecnologia, è sempre stata di coccio quando si parla di novità.

A proposito di novità: bisogna segnalare quelle (possibili) sul campo. Con Buffon e Barzagli recuperati, la difesa potrebbe essere completata da Abate (che così sostituirebbe Paletta) con Chiellini centrale e Darmian dirottato sulla sinistra per non rischiare De Sciglio, l’altro reduce da un infortunio (muscolare).

Libero di centrocampo De Rossi per supportare una mediana a quattro composta da Candreva, Thiago Motta (al posto di Verratti, nell’undici con gli inglesi), Pirlo e Marchisio alle spalle dell’unica punta, Balotelli. Il modulo sarà ancora il 4-1-4-1: sembra un numero di telefono per chiamare la Fifa e riservarci già per questo pomeriggio un posto negli ottavi di finale.

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