Robben medita vendetta

Domani Spagna-Olanda, fu la finale del 2010: «Una sconfitta che brucia ancora»
Di Paolo Baron

Pronti, via e dall’urna del girone B è saltata subito fuori Spagna-Olanda (domani alle 21 ora italiana, arbitra l’italiano Nicola Rizzoli) partita che potrebbe essere benissimo una finale mondiale. Anzi, una finale della Coppa del Mondo lo è stata davvero: 11 luglio 2010, Johannesburg. Al 116’ Iniesta indovina il tiro che si insacca alle spalle di Stekelemburg e consegna alla squadra di Vicente Del Bosque (già campione d’Europa in carica) la 19esima Coppa del Mondo. Per gli Orange è una mazzata.

Di quella spedizione in Sudafrica faceva parte anche Arjen Robben che con Nigel de Jong, Robin Van Persie e Wesley Sneijder è nella lista dell’Olanda anche quest’anno. Una squadra, quella allenata da Van Gaal, ringiovanita nell’organico, ma che mantiene intatte le caratteristiche di gioco e la filosofia orange. «La finale del Mondiale 2010? Ci penso spesso – racconta Robben – Fa male perdere in quel modo una tale occasione. Mi sento molto bene in questo momento, sia fisicamente che mentalmente. La Coppa del Mondo è sempre qualcosa di speciale e sono entusiasta di essere qui in Brasile per questo evento. Ho ricordi speciali per ogni Mondiale che ho visto o giocato; quello del Sudafrica è stato davvero un grande torneo per me». «Adesso si ricomincia, con un nuovo team e con un nuovo allenatore. Abbiamo una squadra giovane ma ricca di talento. Le favorite? Brasile, Argentina, Germania e Spagna».

Il ct spagnolo Del Bosque, dal canto suo, incassa i complimenti dell’olandese ma dice di non fidarsi. «Loro sono cresciuti dall’ultima coppa del mondo – racconta il ct delle Furie rosse -Noi non abbiamo paura, sebbene dobbiamo rispettare i nostri avversari. Che Mondiale sarà? Bello, avvincente. Il fatto che alcune stelle non ci siano, tipo Falcao o Ribery, non significa nulla. Lo spettacolo lo fanno le squadre non i singoli giocatori».

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