Ronchi respira e corona il sogno della salvezza
RONCHI DEI LEGIONARI. Dubbi, perplessità e angosce ormai appartengono al passato. In un pomeriggio assolato e accarezzato da una delicata brezza, fortunatamente per il Ronchi non è stato rimosso sul pennone più alto del plesso sportivo "Lucca", non senza evidente fierezza, il vessillo amaranto, testi- monianza inequivocabile che i locali dopo un'annata sportiva di inspiegabili contraddizioni ce l'ha fatta a coronare quel sogno lungamente cullato di permanere nella categoria. E lo ha realizzato a spese della Sangiorgina, che in una gara di estrema modestia (tanto per adoperare un eufemismo) entrambe perduratamente ancorate sul nulla di fatto iniziale e protrattasi susseguentemente ai tempi supplementari, al tramonto ha premiato l'undici di Franti in virtù dei due risultati acquisibili come da regolamento. All'epilogo della maratona, come eloquentemente si può fantasticare, plateali e assordanti sono stati i festeggiamenti tributati ai padroni iniziatisi sul terreno di gioco, procrastinatisi negli spogliatoi e che saranno sopiti (si fa per dire) nei prossimi giorni. Ma andiamo ad analizzare, fotogramma dopo fotogramma, la genesi del match, che inappellabilmente ha condannato i friulani nel segmento inferiore dopo quattro anni di permanenza in Promozione. Ad iniziare dal trillo d'avvio del fischiotto friulano, in un impianto stracolmo di convenuti assiepati sui gradoni. È il Ronchi che cerca di fare la voce grossa al 3' con Dallan, che ricevuta la sfera da fuori area calcia alto. Poi, letteralmente il vuoto fino al 30', allorquando su imbeccata verticale di un compagno, Airoldi, in leggera spaccata, percuote la traversa. Flebili e inconsistenti frattanto appaiono i ruggiti ospiti, riassumibili nella prima frazione da due ostentate conclusioni di Tuan Tardivo. Di ben altra caratura, invece, la dissolutezza di Airoldi al 38, allorquando su disimpegno errato a servire il proprio portiere di Michelon, la punta intuisce il gesto, cattura la sfera e da due passi malamente la scarica addosso all'estremo Dose. Dopo l'intervallo ci si attendeva comunque una Sangiorgina palesemente più gagliarda e spavalda, visto che solo un'affermazione l'avrebbe messa al riparo dall'imminente retrocessione. Macchè. Adottando un gioco melenso, involuto e senza alcun sbocco dalla cintola in giù, va a nozze il Ronchi, che pur non incantando per nulla (anzi), lemme lemme guadagna il 90' con ben pochi sacrifici.
Moreno Marcatti
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