Ronchi, una risalita senza incertezze verso la metà classifica

RONCHI DEI LEGIONARI. Bruciando di qualche settimana i tempi tecnici di "remuntada", il Ronchi ha già portato a compimento metà dell'opera: la parte restante dovrà essere ultimata nelle restante ultime undici tornate allorchè sarà necessario confermare la bramata quint'ultima piazza o addirrittura migliorarla. E chi se lo sarebbe mai immaginato, dopo quel tonfo interno con lo Zaule lontano anni luce (12.ma giornata, fine novembre), che gli amaranto potessero rivitalizzarsi in quel modo?
La vitamina F (come Franti) ha prodotto l'effetto sperato, la squadra ha subito dato segnali di ripresa e l'effervescenza con la quale si è riproposta dopo la sosta (solo la capofila San Luigi ha saputo incamerare gli stessi dieci punti sui dodici disponibili) ha fatto il resto. Squadra propositiva che non si affloscia al primo raffreddore (vedi rete incassata nello spareggio-salvezza con il Sant'Andrea) ma che sa produrre gli anticorpi adeguati a ogni evenienza: basta dire che mancavano tre squalificati (Buonocunto, Zampa e Llani) rispetto al turno precedente e nessuno se n'è accorto. Dopo l'exploit personale di Zampa e la giornata di gloria di Gabrieli nel turno precedente, ecco la prima marcatura in prima squadra per il '98 Davide Malaroda e la griffe di Matteo Airoldi (dal dischetto) nel 2-1 esterno che ha spedito ancor più agli inferi il Sant'Andrea/Sanvito.
«Abbiamo saputo riprenderci dopo essere finiti sotto, non abbiamo mai perso la calma nonostante un avversario molto agguerrito che si giocava tanto, se non tutto. Mister Franti mi ha proposto nel ruolo di mezzala sinistra, il nostro compito era quello di servire le punte in profondità e proporci: in una di queste incursioni mi sono trovato al limite al posto giusto nel momento giusto - la gioia del fuoriquota Malaroda - e non ci ho pensato due volte a calciare in porta».
Si è rivisto (e bene) Rebecchi nel ruolo di laterale basso, Stradi è stato dirottato al centro della difesa accanto a Corso per avanzare capitan Dominutti qualche metro davanti alla linea difensiva, davanti non grandissime cose (Frattaruolo a parte) ma molta concretezza in una sfida scorbutica nella quale i tre punti valevano più di qualsiasi altra cosa.
Matteo Marega
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