Stanotte c’è Messi: l’Argentina possiede un attacco da record

E stanotte (ore 24, diretta tv solo su Sky) tocca a Lionel Messi, garanzia di gol e di spettacolo in un Mondiale iniziato con un pieno di emozioni. Sarà lui a guidare l’Argentina contro la Bosnia.
Si gioca al Maracanà di Rio, uno dei teatri più belli del calcio Mondiale, l’ideale per la Pulce. Su di lui ci sono grandi aspettative, sia in Brasile sia in Patria. Il ct Alejandro Sabella ha detto che l’obiettivo è arrivare in semifinale, mentre il gioiello del Barcellona ha fatto intendere di puntare ancora più in alto. I numeri lo assecondano. L’Argentina, infatti, ha un parco attaccanti che nell’ultima stagione ha realizzato oltre 100 gol. 112 per l’esattezza, così distribuiti: 41 Messi, 28 Aguero, 19 Palacio e 24 Higuain. Nessuno ha fatto meglio. Con tutto questo ben di Dio bisogna solo cercare di far arrivare la palla nell’area avversaria. Il centrocampo non è il migliore in assoluto, ma ha le qualità per riuscirci. A ben vedere, è la difesa che non offre grandi garanzie. Una tesi che però fa a cazzotti con un dato statistico: la porta dell’Argentina è “chiusa” dal 15 ottobre scorso quando Edinson Cavani ha segnato la rete del 3-2 con cui l’Uruguay ha battuto la formazione di Sabella. Da allora cinque gare senza subire gol per Romero (491’ di imbattibilità) che ha un passato nella Sampdoria.
L’Argentina sembra avere tutto per recitare un ruolo da protagonista. E Messi ha tutto per sfatare il tabù dei Mondiali (un gol in otto gare) e cercare di collezionare l’ultimo trofeo necessario per paragonare la sua bacheca a quelle di Maradona e Pelè. È il più atteso in Brasile, la terra che ama il calcio e i campioni.
«Vedo bene Messi», ha detto Diego Maradona alla vigilia, «credo sia stato positivo per lui avere un po’ di riposo, perché ha fatto quattro anni senza quasi mai saltare una partita. Mi piacerebbe parlargli adesso e dirgli di rimanere sereno, di non stare ad ascoltare gli idioti. Perchè sfortunatamente ce ne sono tanti. Lui ha già dimostrato di essere un grande».
L’Argentina non vince dal 1993 (la Coppa America), eppure i grandi giocatori non sono mancati in questi anni. A ben vedere a fare cilecca sono stati gli allenatori. E Sabella non è ben visto, vuoi perché ha lasciato a casa Carlitos Tevez vuoi perché non pratica un calcio particolarmente offensivo. Stanotte non dovrebbe esserci il centravanti Gonzalo Higuain alle prese con problemi fisici e il ct l’altro giorno ha provato un 5-3-2 in luogo di un più “popolare” 4-2-3-1 o un 4-3-3 che andrebbe a esaltare il potenziale offensivo di cui dispone. In avanti dovrebbero giocare Aguero e Messi con Lavezzi (scelta tecnica) e Palacio (problemi fisici) fuori.
Precedenti. Nelle due amichevoli sin qui giocate Argentina sempre vittoriosa e senza gol subiti: nel 1998 fu 5-0 a Cordoba, a novembre scorso 2-0 a Saint Louis, con doppietta di Sergio Aguero.
La prima volta della Bosnia. È l’unica nazionale esordiente a Brasile 2014. Il suo ct, Safet Susic, da giocatore ha disputato due Mondiali, l’ultimo dei quali a Italia ’90. Ricomincia da dove aveva finito 24 anni fa, ossia dall’Argentina. Fu proprio la nazionale Albiceleste ad eliminare (ai rigori) la Jugoslavia da Italia ’90, nel quarto di finale giocato a Firenze. I punti di forza sono il romanista Miralem Pjanic a centrocampo e il bomber del Manchester City Edin Dzeko.
L’arbitro. Joel Antonio Aguilar Chicas è nato a San Salvador (El Salvador) il 2 luglio 1975. Arbitro internazionale dal 2001, professore nella vita di tutti i giorni, ha come hobby principale ascoltare musica, sarà il primo arbitro salvadoregno ai Mondiali.
@roccocoletti1
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